Categoria: meccanica
cm,
kg 196 (a) 242 (l) 82 (p) l. asta 165,6, dimensioni piatto 188 x 59, pesi di massa 10; 5 (3); 2 e 1 (2)
Cavalletto in ferro interamente verniciato color verde oliva, formato da una trave orizzontale in ghisa sorretta da quattro piedi in tubolare di ferro, distanziati fra loro da due tondini di ferro avvitati ai tubolari e posti orizzontalmente con la funzione di rinforzo e per appendervi i pesi di rapporto. Il cavalletto è ulteriormente rinforzato da due verghe di ferro avvitate alla parte inferiore della trave ed ai piedi. Ad uno di questi rinforzi è ribattuta una grossa staffa rettangolare in ferro verniciato color oliva per limitare le oscillazioni dell'asta. Al centro della trave è avvitato un gancio ad occhiello in ferro per la sospensione dello strumento. Serie composita di sette pesi di rapporto in ghisa di forma cilindrica con anello e gancio ad uncino in ferro per sospenderli alla stadera e cavità per la massa di correzione della tara chiusa da una vite. Massa di 10 kg, 5 kg (3), 2 kg e 1 kg (2). I pesi da 10, 5 (2) e 1 kg fanno parte di una stessa serie; il peso da 1 kg della serie ha rotto l'anello inserito nel corpo del peso per cui il gancio ad uncino è attaccato con un filo di ferro.
L'invenzione della stadera, originaria quasi con certezza della Campania, è da attribuire ai romani intorno al 200 a.C. Ben presto per il suo facile impiego, per la sua immediatezza di lettura e il soddisfacente grado di precisione conquistò i mercati internazionali anche nei secoli successivi all'età romana e rimase, soprattutto in Italia, fino all'avvento delle bilance automatiche, uno degli strumenti per pesare maggiormente diffuso sul territorio.
La donatrice riferisce che questo bilancione pesaformaggio veniva utilizzato nel caseificio, ora demolito (?) di proprietà della famiglia Ferrari in via Gualenga (?) a Castelnuovo Rangone (MO).
Questo strumento è stato costruito da Bertani Leonardo, che ebbe licenza per costruire strumenti metrici il 31 ottobre 1898.