Palazzo Pretorio

Palazzo Pretorio Castrocaro Terme e Terra del Sole
Stato di conservazione:
L'osservazione da vicino dei due grandi stemmi ha permesso di constatare il loro cattivo stato di conservazione: il colore, già molto lacunoso, presenta frequenti ed estesi distacchi in atto, la superficie è offuscata da depositi di sporcizia comune e da un fissativo alterato, e le ampie stuccature sulle lacune di intonaco debordano e sono eseguite in materiale non idoneo. SCENA SACRA: "La madonna e il Bambino appaiono a Santa Rita ed a un Santo Vescovo", tempera su muro (cm. I60x150 ca.).
Il dipinto, già parzialmente scoperto prima dell'inizio dell'intervento, si trovava in uno stato di conservazione poco buono: l'intonaco di fondo, discontinuo e piuttosto debole, era preparato con varie "rnani" di calce sovrapposte, di tono generalmente bianco ma macchiato vistosamente dalle essudazioni della vicina canna fumaria; il colore di superficie era in gran parte abraso, con campiture dalla tonalità molto vivace o rese bianchicce dalle sbavature di calce e con la tendenza a sfogliarsi; la zona perimetrale, incompleta nella parte inferiore e sormontata dalla traccia di una complessa cornice a volute nella parte superiore, era poco definita, e il tutto risultava complessivamente confuso e di difficile lettura.
il colore, già molto lacunoso, presenta frequenti ed estesi distacchi in atto, la superficie è offuscata da depositi di sporcizia comune e da un fissativo alterato, e le ampie stuccature sulle lacune di intonaco debordano e sono eseguite in materiale non idoneo.
Descrizione dell'intervento:
A- Sale della Cancelleria.


A seguito dell'intervento di saggiatura delle pareti nelle due sale, è stata eseguita la scopritura completa ed il restauro di due stemmi nobiliari precedentemente individuati nella sala 1 con i saggi 1 e 2 (ca. cm. 90x140 ) e 10 (ca. cm. l 10x1 70), e della decorazione nell'area del camino individuata nella sala 2 col saggio I( cm. 200x230 ca.).

La scopritura è stata eseguita a secco, secondo il criterio della ricerca della massima estensione delle decorazioni, individuando e conservando ogni traccia utile alla comprensione dell'andamento decorativo: sia i due stemmi che la decorazione relativa al camino si sono infatti rivelati molto frammentari. Particolarmente lacunosa e non completamente interpretabile è risultata la decorazione sull'area del camino, mancante della parte centrale e superiore: per ridare una collocazione "spaziale" a quanto si era salvato, è stato deciso di scoprire anche la tamponatura della cappa del camino su cui è dipinta.


Tutte le decorazioni, eseguite in tempi differenti, sono caratterizzate da una stesura di colore a tempera estremamente delicata, che tende a sollevarsi e distaccarsi a scaglie; l'intonaco di fondo, piuttosto disomogeneo e povero di calce nell'impasto, è a sua volta debole e localmente sensibile alle sostanze acquose. Terminata la scopritura, è stato quindi necessario eseguire un accurato fissaggio di tutti gli strati, a partire dal colore fino all'intonaco di base. Ottenuta una superficie sufficientemente solida, sono state stuccate le lacune presenti e, successivamente, è stato fatto il restauro pittorico in modo da rendere leggibili gli elementi decorativi nel loro insieme, senza ricostruire parti andate perdute. Come tonalità di riferimento sono state scelte la dominante delle decorazioni e quella dell'intonaco di base. B- Sala della Cantonata (Studio del Commissario).


In questa sala, un tempo divisa in due da una tramezza, erano già state individuate ampie tracce di una scena a carattere sacro; per indagine conoscitiva sono stati attualmente eseguiti 11 saggi di scopritura sulle pareti (cm. 20x30 ca.), seguendo gli stessi criteri e la stessa metodologia precedentemente adottati nelle Sale della Cancelleria; i risultati sono stati i seguenti:

l'intonaco individuato come originale è sotto 4 - 6 strati di tempera da muro di varie colorazioni;
le uniche tracce di decorazione coerente rinvenute sono delle rigature di qualità analoga a quelle delle Cale della Cancelleria (cfr: saggio n. I);
la frequenza e l'estensione delle tamponature sono tali da escludere la possibilità di rinvenire ulteriori tracce coerenti e significative di decorazioni.
Scena sacra: "La madonna e il Bambino appaiono a Santa Rita ed a un Santo Vescovo" , tempera su muro (cm. 160x 150 ca. ).


Il dipinto, già parzialmente scoperto prima dell'inizio dell'intervento, si trovava in uno stato di conservazione poco buono: l'intonaco di fondo, discontinuo e piuttosto debole, era preparato con varie "mani" di calce sovrapposte, di tono generalmente bianco ma macchiato vistosamente dalle essudazioni della vicina canna fumaria; il colore di superficie era in gran parte abraso, con campiture dalla tonalità molto vivace o rese bianchicce dalle sbavature di calce e con la tendenza a sfogliarsi; la zona perimetrale, incompleta nella parte inferiore e sormontata dalla traccia di una complessa cornice a volute nella parte superiore, era poco definita, e il tutto risultava complessivamente confuso e di difficile lettura.

Ultimata e rifinita accuratamente la pulitura dell'area della supposta massima estensione dell'immagine e della cornice, ed eliminate o isolate le parti incongrue del fondo, è stato eseguito il fissaggio superficiale (strati di colore) e degli strati sottostanti (scialbature del fondo e intonaco). Ottenuta una superficie sufficientemente solida, sono state eseguite le tinte neutre sulle lacune estese, e chiuse tutte le fessure e lacune di piccola dimensione che avrebbero potuto interferire con la lettura dell'immagine nel suo insieme.
Il restauro pittorico dell'immagine, che a questo stadio del lavoro permaneva estremamente confusa, è stato condotto "abbassando" di tono prima tutte le emergenze troppo chiare fino a ottenere una tonalità di fondo omogenea, e quindi "legando" progressivamente le aree cromatiche per aiutare una lettura complessiva della scena; la cornice, troppo povera di elementi interpretativi, è rimasta appena accennata., 1-Marco di Gabriello Panciatichi
Dopo una accurata spolveratura, è stata fatta la scopritura perimetrale che ha permesso di individuare il fondo originale (bianco di calce) e le tracce di cromia (blu intenso a tempera) che sottolineavano l'ombra dello stemma accentuando il distacco dei volumi sul fondo bianco. La pulitura, eseguita per lo più a secco per non compromettere tanto i residui della decorazione che lo stucco di base, ha permesso di individuare tracce di doratura ( sul bordo esterno destro del cartiglio) e di coloriture diverse (rosso, violetto, blu, nero) su varie parti del modellato. leggero fissaggio della superficie ed il reintegro plastico delle lacune recuperabili; restauro pittorico (velature ad acquerello) limitato alle piccole lacune all'interno delle parti colorate, e ad una leggera ripresa della rubricazione per permettere la lettura della iscrizione.
2- Benedetto Baldovinetti
3- Moisio Salvetti
I due dipinti, di buona esecuzione ma già fortemente danneggiati dal terremoto del XVII sec. e oggetto di vecchi interventi di restauro, si presentavano molto degradati: gli imbianchimenti di superficie, un vecchio fissativo alterato, le ampie stuccature grigie e la "scontornatura" con tempera da muro gialla li rendevano complessivamente poco leggibili, mentre i distacchi di intonaco, i sollevamenti e le cadute della pellicola Con l'attuale intervento, pur non potendo restituire l'integrità delle immagini parzialmente perdute, si è cercato di risanare e dare stabilità ai diversi strati che costituiscono le opere (intonaco, intonachino, stesure pittoriche) e ridare una leggibilità di insieme.
Dopo una spolveratura accurata delle superfici, sono state fatte delle piccole prove, preliminari all'intervento vero e proprio, necessarie per verificare la reattività dei dipinti alle sostanze da utilizzare per il restauro; in questa prima fase è stata notata la presenza diffusa di zone fragili della pellicola pittorica, su cui era necessario un prefissaggio prima di qualunque altra operazione, ed è stata anche fatta la ricerca della massima estensione del dipinto sull'intonaco di fondo.
Eseguiti il prefissaggio e la scopritura perimetrale, i dipinti sono stati progressivamente liberati dalle stuccature improprie e quindi sottoposti al trattamento per l'estrazione dei sali che provocavano l'imbianchimento delle superfici. A risultato ottenuto, si è iniziato l'intervento di consolidamento e fissaggio degli strati (durante il quale si sono riutilizzati alcuni dei fori praticati in un precedente intervento), seguito dalla pulitura superficiale complessiva e da un leggero fissaggio generale.
Ottenuta una superficie solida e ancorata in più punti possibile agli strati sottostanti, sono state eseguire le stuccature delle crepe e la chiusura delle grandi lacune, utilizzando come tono di riferimento quello dello sfondo originale (bianco di calce). Il restauro pittorico è stato eseguito con sono state trattate con acqua di calce per attutirne l'evidenza.
4- Brunoro Cavalcanti
5- Francesco di Duti Masi
1 due stemmi, collocati ai lati del portale di ingresso, presentano scarse tracce di coloritura ( per lo più sottolineature in nero) di difficile valutazione a causa dello stato complessivo di conservazione: le superfici mostrano infatti segni di raschiatura, e la pietra presenta un processo di disgregazione particolarmente accentuato nei rilievi (privi di "pelle" e di consistenza sabbiosa al contatto).
Intervento.
Dopo la spolveratura e la scopritura perimetrale, i due stemmi sono stati liberati da incrostazioni e sbavature di intonaco recente e puliti nel loro complesso; terminata la pulitura, è stato fatto il consolidamento, ripetuto sulle parti più degradate fino ad ottenere una superficie compatta. La rubricazione è stata ripresa fino a ridare leggibilità alle iscrizioni.
6- Francesco Maria di Roberto De Medici e Cosimo suo figlio
7- Giuseppe di Guerrino Doni
I due stemmi, collocati sotto al portico di fronte a quelli in arenaria, e già restaurati in passato con ampi ritocchi e riprese dei fondi, presentavano numerose macchie, scrostature e un indebolimento generalizzato del colore; il deposito di sporcizia generica e la "scontornatura" della tempera gialla usata per la tinteggiatura del sotto portico contribuivano a renderli particolarmente confusi.
Dopo la spolveratura e la scrostatura del fondo nella zona perimetrale, i due dipinti sono stati sottoposti a fissaggio del colore e consolidamento localizzato dell'intonaco; la pulitura ha comportato, oltre all'eliminazione della spocizia che ingrigiva le superfici, anche l'asportazione o alleggerimento dei ritocchi alterati e delle ridipinture dei fondi.
Eseguita la stuccatura delle lacune, è stato fatto un restauro pittorico tonale, ricostruendo per analogia alcune parti mancanti (cfr. la parte superiore della corona nello stemma Medici). Le piccole lacune e le abrasioni sui fondi sono state trattate a calce.
Intervento sui "peducci" del voltone e del portico.
Questi elementi, eseguiti in gesso a stampo aggrappato alla muratura con perni in ferro, erano in origine colorati a imitazione della pietra utilizzata per l'arco di ingresso e le cornici delle finestre (un'arenaria grigia); rimaneggiati più volte, si presentavano tinteggiati con una vernice oleosa grigio scuro. Durante la pulitura sono stati individuati tre strati di colore (grigio di superficie/ tempera grigio chiaro/tempera azzurra) al di sopra delle scarse tracce della coloritura originale; le numerose riprese plastiche erano in gesso o intonachino (lo stesso usato per la maggior parte delle rasature dell'intonaco).
Eseguita la pulitura ed eliminate le riprese incongrue, è stato fatto il consolidamento delle parti non solide, il fissaggio della superficie e la ripresa plastica delle maggiori lacune. Successivamente si è proceduto alla velatura superficiale, ad imitazione della coloritura più antica precedentemente individuata.