ferro
sec. XX (1915 - 1918)
Paletto per reticolato, volgarmente chiamato "a coda di porco" per la forma dell'estremità destinata a essere infissa nel terreno: essa, infatti, veniva ritorta formando una spirale (in questo caso mancante) per penetrare nel terreno in maniera più agevole. Il paletto presentava poi all'estremità posta in alto una punta aguzza in modo da ostacolare il superamento del reticolato con materassi o travi. Gli occhielli posti invece lungo il fusto (nell'oggetto in esame solo uno) permettevano l'ancoraggio rapido del filo di ferro. Gli italiani, in realtà, non fecero ampio uso dei paletti metallici da reticolato se non per le opere corazzate d'anteguerra. Nel corso del conflitto si preferì in genere evitare il consumo di metallo per questa finalità, se non in momenti o posizioni particolarmente importanti, optando di solito per paletti in legno più facilmente reperibili in loco e meno costosi.