Museo del Risorgimento Faustino Tanara
Via Cesare Battisti, 20
Langhirano (PR)
Cacciani Guglielmo
1893/ 1969
targa
Faustino Tanara

marmo bianco di Carrara/ scultura,
marmo rosso di Verona
cm.
sec. XX (1926 - 1926)
Lapide commemorativa del Comune di Langhirano in ricordo di Faustino Tanara, collocata in occasione del 50° anniversario della morte. Ne ritrae al centro il volto, eseguito a mezzo rilievo secondo l’iconografia ufficiale: di tre quarti, baffi e lungo pizzetto, i capelli ravviati all’indietro a lasciare scoperta la fronte, lo sguardo pensoso e fiero. La testa scolpita si staglia dal fondo liscio, decorato unicamente da un sole raggiante che — eseguito a incisione e profilato d’oro, quasi fosse un’aureola — conferisce al personaggio ritratto la sacralità di un eroe laico.

Il ricordo del colonnello garibaldino Faustino Tanara (Manzano di Langhirano 10 gennaio 1831 - 25 aprile 1876), figura centrale insieme al fidentino Luigi Musini nella storia dei movimenti democratici nel parmense, fu assai vivo a Langhirano già dall’indomani della sua scomparsa. Affiliato alla Giovane Italia e amico di molti patrioti parmigiani, tra cui Pietro Cocconi e Giovanni Rustici, nei rapporti epistolari era chiamato da Giuseppe Mazzini «amico fraterno». Membro della spedizione dei Mille e compartecipe dei combattimenti di Marsala e Calatafimi, dopo i quali era stato promosso capitano di fanteria, alla conclusione dell’epica impresa siciliana era tornato al paese d’origine. Lì si era attivamente impegnato, su specifica raccomandazione di Garibaldi, per la costituzione nella cittadina pedemontana, oltre che a Parma, di Società di tiro a segno per l’addestramento dei giovani nell’esercizio delle armi. Dopo il trattato di alleanza con la Prussia (aprile 1866) e la dichiarazione di guerra all’Austria, aveva ripreso egli stesso le armi e preso parte alla battaglia di Bezzecca; a fianco di Garibaldi era stato ancora nel 1867, nella marcia su Roma (battaglie di Mentana e di Monterotondo) e così pure nel 1870, prendendo parte alla campagna dei Vosgi. Aveva ricevuto allora il comando della Prima Legione italiana, che in seguito fu chiamata in suo onore Legione Tanara. Lo stesso Garibaldi lo aveva promosso colonnello e, durante una rivista, gli aveva affidato la bandiera tricolore di seta ricevuta in dono dalle dame di Chambery (il cimelio si conserva nel Museo del Risorgimento F. Tanara di Langhirano, istituito nel 1983). Tanara era stato anche un fine politico. Intorno a lui si era sviluppato a Langhirano un forte movimento garibaldino repubblicano, che si raccolse nella Fratellanza Artigiana Langhiranese: una delle prime società di mutuo soccorso nate dopo l’unità nazionale e il sodalizio più longevo nel parmense, se si considera che — fondato nel 1869 — proseguì fino agli anni Settanta del Novecento. Muore a soli 45 anni in seguito a una grave affezione bronchiale. La sua salma riposa nel cimitero di Mattaleto, piccola frazione del comune di Langhirano Alla sua morte Garibaldi aveva indirizzato un commosso telegramma alla vedova: «La perdita del valoroso nostro fratello d’armi Col. Tanara, dei Mille, è certamente una delle più sensibili nella gloriosa falange. Milite di tutte le pugne per la libertà italiana, la Nazione e il Governo devono ricordarsi di lui». Il 16 maggio 1926 si svolsero le celebrazioni per il 50° anniversario della sua morte e — in quel contesto — il Comune di Langhirano inaugurò la lapide che lo ritrae.
Una fotografia storica di Luigi Vaghi del 1926 dimostra che in origine, sotto la data di nascita, era scolpito a mezzorilievo un fascio littorio, poi rimosso in data imprecisata; sotto la data di morte figura invece tuttora un motivo ornamentale di gusto Déco. Sul marmo è indicato il nome dello scultore «G. CACCIANI». Nel 2011 la lapide è stata restaurata e lo scoprimento è avvenuto il 17 marzo.