Piano Regolatore della città di Reggio Emilia
Reggio Emilia (RE)
Albini Franco progetto
1905/ 1977
De Carlo Giancarlo progetto
1919/ 2005

Castiglioni Luisa (progetto)


Notizie storiche: piano regolatore
Franco Albini, Luisa Castiglioni, Giancarlo De Carlo furono incaricati di adeguare il Piano dell’Artoni del 1940-41 - congelato a causa della guerra - alla L. 1150/42.
I grandi interventi nel centro storico che ne conseguono, il rifacimento dell’isolato San Rocco, la ricostruzione del quartiere Santa Croce e la demolizione e ricostruzione del centralissimo e degradato Borgo Emilio sono in realtà un’eredità del piano Artoni. Questo Piano fu pubblicato sulla rivista Urbanistica come modello metodologico, ma non fu mai adottato.
Prevedeva anche un intervento in Viale Monte San Michele, in cui i corpi degli organismi edilizi erano orientati secondo l’asse eliotermico. Progettato con Enea Manfredini. Questo progetto, contrastato anche dall’ufficio tecnico comunale, fu poi abbandonato e ripreso nel piano successivo. In realtà si rilevò poi, anziché di revisionare il piano già esistente ed ormai superato nei limiti e nei concetti e di deliberare nuovi piani particolareggiati in contrasto con il piano Artoni, di avere un nuovo piano che, in armonia con quanto dispone la Legge Urbanistica 1150/42, dovrà contemplare tutto il territorio comunale..... e che tenga conto delle esigenze che si sono manifestate in questi anni con lo sviluppo dell’edilizia privata, nonché dei mezzi di trasporto. (Assessore Paterlini nel Consiglio Comunale del 9 -10 giugno 1949)

fonte: Maria Rosa Ronzoni- Ricerche e progetti per il territorio, la città e l'architettura, N. 6, giugno 2013 Fonte Immagini: Superstudio (Isolato San Rocco); Fototeca Bibliteca Panizzi (foto storiche); Fototeca Istoreco, A. Minardi (P.za Popol Giost)

5-288
Borgo Emilio si presentava come un agglomerato di case e vicoli ammassati attorno all'attuale via Roma e a Porta Santa Croce. Prendeva nome dalla via più nota e per certi versi malfamata della città, l’attuale via Filippo Re. Cento anni fa, mentre l'Italia maturava il suo ingresso nella guerra mondiale, era uno dei rioni più popolari e poveri del centro cittadino. Povero al punto che i suoi abitanti invocavano la neve nella speranza di poter lavorare qualche giorno per pulire le strade. Oggi non ne resta quasi nulla. Solo alcuni angoli rimangono quasi intatti, come via Ferrari Bonini – ex Tiratora – e via Bellaria; gli altri sono stati completamente stravolti da demolizioni e ristrutturazioni a partire dagli anni '30 come la zona di piazza A. Vallisneri e il plesso scolastico, costruito dove un tempo sorgeva via Francotetto.
Fra queste vie si aprivano vicoli, passaggi nascosti, osterie, bordelli e piccoli negozi che brulicavano dei suoi abitanti. Era il cosiddetto “Popol giost” (popolo giusto), ricordato oggi nella piazzetta adiacente a via Roma. Non un semplice rione, ma un vero e proprio popolo, quasi fisicamente separato dal resto della città, con addirittura un suo gergo particolare, una sorta di dialetto parlato al contrario, praticamente incomprensibile a chiunque venisse da fuori e soprattutto alle guardie, come il Verlan ("l'inverso") parlato nelle periferie francesi. (Fonte: Livello 9 Musei dei luoghi di Reggio Emilia)