Hotel Bisanzio
Via Salara 30
Ravenna (RA)
Manzone Antonino progetto
1924/ 1996
Gamberini Gino progetto
1928/ 1989
Naglia Danilo progetto
1928



Notizie storiche: progetto e costruzione
Qualche anno dopo il progetto della Camera di Commercio (1953) di Ravenna, l’architetto romano Antonino Manzone, riceve l’incarico per un hotel da realizzare in pieno centro storico vicino alla Basilica di San Vitale e al Mausoleo di Galla Placidia.
Il lotto affidatogli si trova all’angolo tra via Salara n. 30, in cui si trova l’ingresso all’hotel, e via Gamba, in cui è collocato l’accesso secondario destinato al personale.
L’hotel è costituito da un piano rialzato adibito a hall, reception e ristorante, ulteriori tre piani per le camere da letto, un piano attico e un piano seminterrato per servizi. Il fabbricato si presenta arretrato di circa 90 cm rispetto al filo stradale di via Salara e in continuità con via Gamba.
Il piano rialzato corrisponde con lo spazio più pubblico dell’albergo e cerca un dialogo con la strada tramite le grandi vetrate. Nei piani superiori le stanze da letto sono tredici per piano, disposte su due lati di un corridoio a L; la scala e l’ascensore si trovano all’incrocio dei due assi, perno della composizione.
La struttura portante è in cemento armato, chiaramente visibile al piano terra mentre il volume sovrastante è in mattoni a vista, in continuità con i vicini monumenti romanici della città. Le finestre in alluminio sono appositamente arretrate rispetto al filo della facciata così da creare un’ombra profonda; le bucature accentuano la verticalità della composizione. Le finestre originali in alluminio anodizzato presentavano un’apertura a bilico verso l’esterno, sì da consentire una riduzione dell’ingombro all’interno dei locali, nonché un unico telaio e quindi maggiore luce nelle stanza.
Le facciate si presentano con un ritmo costante, severo, senza decorazioni alcune, se non quelle date dalle ombre delle bucature delle finestre, dall’aggetto di tre balconi lungo via Gamba e dall’insegna all’angolo di via Salara.
L’attico è rivestito esternamente da lastre di rame.
Oltre al mattone e al cemento armato, i materiali impiegati dall’architetto sono il legno di ciliegio per la hall d’ingresso, il marmo Vallestrona e la labradorite scura per la scala, il Tek d’Africa per i pavimenti degli ambienti del piano rialzato.




fonte: Architetture del secondo Novecento - Mibact - Elisa Alessandrini