Chiesa della Santissima Trinità
via Manfredi 30
Piacenza (PC)

Bacciocchi Mario (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
La realizzazione della chiesa interessa un arco di tempo lungo quasi cinquant’anni.
La prima pietra è posata nel 1950, ma il completamento del rivestimento esterno e del ciclo pittorico avviene solo a ridosso dell’anno 2000.
Il volume, caratterizzato da un considerevole salto di scala rispetto al contesto, si staglia all’epoca della realizzazione sulla campagna circostante, mentre si confronta oggi con la crescita urbana caratterizzata da edifici multipiano.
La chiesa consta di un impianto planimetrico assai semplice a forma di “T”, L’aula è posta su un piano rialzato, la navata, coperta da una volta a botte ribassata, è lunga 35 metri, larga 20 e alta 20, il transetto è lungo 30 metri, largo 15 e alto 30, mentre il campanile è alto 70 metri.
Il prospetto principale è suddiviso in tre parti dai pilastri che corrono per tutta l’altezza del fronte e si concludono con tre archi ribassati racchiusi sotto il profilo curvlineo della copertura. Ciasun settore della facciata è scandito da una sequenza di pilastri anche’essi a tutt’altezza, che racchiudono le vetrate, alleggerendo la grande superficie del fronte.
I prospetti laterali tanto della navata, quanto del transetto sono completamente ciechi.
Alla fine degli anni novanta sono state rivestite, così come prevedeva il progetto originale, da blocchi di cemento levigati e lucidati, composti secondo il disegno cromatico presente negli stessi bozzetti di Bacciocchi realizzati poi da Carlo Ponzini.
Il prospetto del transetto parallelo a quello principale, segue lo stesso principio compositivo di quest’ultimo e, a causa delle maggiori dimensionali, ne costituisce un fondale che accentua quell’effetto di traforatura e smaterializzazione, visibile nella visione frontale.
L’effetto simbolico della chiesa è in gran parte delegato alle dimensioni interne della navata e del transetto che creano una spazialità dominante sul fedele ma al tempo stesso caratterizzata da una certa leggerezza dovuta alla linearità delle superficie spoglie e cieche delle pareti. Il ciclo decorativo è tutto concentrato nelle vetrate dei fronti della navata e del transetto, realizzate da Padre Constantino Ruggeri di Pavia nel 1996, raffigurante un inno alla Trinità; si riconoscono le figure del triangolo (simbolo classico della Trinità), all’interno del quale è posto il disco solare con il monogramma di Cristo. Sullo sfondo è rappresentato il vento dello Spirito Santo che aleggia sulle acque.
La parete dietro all’altare, completamente bianca al momento della consegna dell’edificio, è stata decorata dal pittore spagnolo Francisco (Kiko) Arguello, con la collaborazione di numerosi altri pittori provenienti da varie parti del mondo e rappresenta i vari momenti del mistero della salvezza lungo l’intero anno liturgico, ispirati all’iconografia della Chiesa Orientale con elementi ripresi dall’arte moderna, soprattutto da Matisse, Braque e Picasso.
Il dipinto di 500 mq (il più grande ciclo pittorico presente in Europa) è costituito da dodici quadri-icone e da una serie di raffigurazioni centrali che culminano nella Deesis e nel Cristo Pantocratore. Intorno a questo sono rappresentate le scene principali del Vangelo: l’Annunciazione, la Natività, il Battesimo di Gesù, la Trasfigurazione, l’Ultima Cena, la Crocifissione, la Resurrezione, la Pentecoste ed altre. Nel 1967 è stato completato, ad opera di Pietro Vitali di Foligno, il portale della chiesa, sovrastato dall’immagine della madonna e due angeli. Alle grandi porte in rame sono applicati dei pannelli policromi realizzati in grès, come del resto l’intero portale, che richiamano immagini d’attualità religiosa.
Il complesso si completa di un edificio plurifunzionale destinato alle attività della parrocchia, in cui si celebrano anche le funzioni religiose.

fonte: Matteo Sintini - Mibact - Architetture del secondo '900