Chiesa e Casa di riposo Opera nazionale Familiari Sacerdoti
viale Pubblico Passeggio 24
Piacenza (PC)

Gandolfi Vittorio (progetto)


Notizie storiche: inaugurazione
Il complesso è destinato a casa di riposo per i domestici dei sacerdoti e si compone di due corpi di fabbrica, uno di sette piani e uno di due a forma di T disposto ortogonalmente al precedente, che ospita l'ingresso, collegato al piano stradale da una passerella leggermente inclinata, gli uffici amministrativi e del direttore, la cappella. Il volume principale è destinato al piano primo agli spazi comuni per la ristorazione e le cucine, i piani superiori sono destinati ad alloggi, mentre nel sottotetto trovano posto gli appartamenti per il personale. Ogni alloggio è pensato come una cellula autonoma, comprendente un soggiorno, una camera per uno/due letti e un balcone orientato a 45' rispetto al piano della facciata, pensato come una stanza all'aperto. La rotazione di questo elemento produce una rottura della superficie piana del prospetto che acquisisce in tal modo un movimento integrato con l'orditura regolare della gabbia in cemento a vista e delle tessitura di mattoni dei tamponamenti opachi. All'ultimo piano, sul lato orientale, i parapetti dei balconi sono realizzati in mattoni forati, diversamente da quelli degli alloggi metallici, creando una fascia di coronamento sotto il piano della falda di copertura, che rafforza l'immagine generale dell'edificio, riconducibile ad un sobrio e razionare uso del linguaggio tradizionale. Le testate del volume longitudinale, in cui si trovano i vani scala e un salotto comune per piano, sono completamente vetrate e alleggeriscono la massa del corpo di fabbrica. Secondo la stessa logica compositiva, alla massiccia presenza del corpo principale e alla sua sequenza cadenzata di pieni, vuoti e trame di superfici, si contrappone il volume a due piani, chiaramente connotato come corpo-ponte di passaggio, chiuso da un involucro leggero e trasparente, caratterizzato da una sequenza di montanti metallici e tamponamenti vetrati.,
Nel 2014, dopo sei mesi di lavoro, è stato inaugurato il restyling della piccola chiesa progettata dall'architetto Gandolfi negli anni '50 a corredo della annessa casa di riposo. La facciata, realizzata in acciaio corten da Giorgio Milani, è un elegante diaframma che si trasforma sotto l'azione plasmatrice della luce filtrante, interna ed asterna, ad ogni ora del giorno, fondendo nello stesso ritmo curvilineo la tentazione a cui cedette Eva (il serpente) e la redenzione grazie a Maria (la colomba). Milani ha lavorato anche agli interni e sulla cuspide ha posto il segno stilizzato della basilica di Lourdes, curiosamente simile a certi arabeschi arabeggianti. Internamente respirano le meravigliose vetrate del presbiterio, dedicate ai quattro simboli di Lourdes (acqua, eucarestia, sacrificio e luce) che si stagliano nette ma dense di materia cromatica, veicolo del divino in opposizione al buio, un mistico caleidoscopio realizzato da Franco Corradini. La chiesa ne esce sotto forma di prisma, la luce viene usata dagli artisti per evocare l'invisibile, il sacro.
Don Noberini, presidente dell'ONFS (a cui il complesso appartiene), nel corso della cerimonia di inaugurazione ha ricordato la storia della chiesetta a cui si sono aggiunti nel tempo un asilo nido, il centro diurno, il rifacimento della casa di riposo. Oggi la chiesa è pienamente collegata a quest'ultima e, attraverso uno speciale sipario, si presta alla funzione di sala d'incontro per la città.
Tra la facciata e la vetrata originaria è posta la statua di Maria in marmo e di fronte la statua di Bernadette. La facciata è anche un omaggio alle donne - racchiuso nelle polarità di Eva e Maria - dal segno volutamente sinuoso. I lavori sono stai coordinati dall'Architetto Luigi Zilli.

fonte: Matteo Sintini - MIBACT - Architetture del secondo '900,

fonte: Patrizia Soffientini - "Libertà" Piacenza

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