Auditorium Niccolò Paganini
Parco ex Zuccherificio Eridania, via Toscana 5/A
Parma (PR)
Piano Renzo progetto
1937



Notizie storiche: progetto e costruzione
Inserito in un più ampio programma di recupero urbano volto al recupero di edifici dismessi, l’Auditorium Paganini è il frutto della riqualificazione dello zuccherificio Eridania, posto all’interno di un parco in una delle prime aree industriali della città, costruito nel 1899 e dismesso nel 1968.
Il progetto prevede la conservazione, oltre che della ciminiera, memoria del passato industriale del complesso, dell’involucro del fabbricato principale, lungo ottanta metri e coperto da capriate in acciaio, privato, tuttavia, dei tamponamenti trasversali in modo da “aprire” l’edificio e ottenere un “effetto cannocchiale”, che grazie alla sostituzione delle pareti nord e sud con ampie vetrate, consente di fare entrare la natura del parco circostante all’interno dell’edificio, ponendosi come quinta di fondo dei prospetti.
Il foyer è disposto sul lato sud dell’edificio, ed è separato dalla sala mediante un’altra parete vetrata interna, che consente di mantenere la continuità visiva, pur garantendo le divisioni funzionali necessarie allo svolgimento delle varie funzioni.
Per consentire la visione della scena da tutti i punti della sala, essa è organizzata su di un piano, in lieve pendenza fino ai piedi del palco, posto all’altezza del raggio visivo degli spettatori. Il palcoscenico termina con una breve scalinata pensata per ospitare l’orchestra, alle cui spalle si staglia la vetrata nord. La grande parete trasparente chiude il corpo longitudinale dell’edificio, consentendo di ammirare il parco anche durante le perfomance teatrali e artistiche.
Lo studio dell’acustica e l’esperienza maturata dal progettista su questo tema progettuale, Piano lavora negli stessi anni anche all’Auditorium del Lingotto a Torino e all’Auditorium Parco della Musica a Roma, conduce all’utilizzo di alcune soluzioni tecniche volte a regolare la trasmissione del suono, visibili nei pannelli di cristallo inclinabili fissati alle travi che corrono lungo le pareti vetrate, nel controsoffitto, capace di riflettere e assorbire le onde sonore, nelle pannellature acustiche in vetro e legno, ai lati del palco e appese alle capriate, che distribuiscono in modo omogeneo il suono in tutti i punti della sala. Ancora, l’utilizzo del legno di ciliegio e il progetto delle sedute della platea, assolvono il compito di creare una “cassa di risonanza” e favorire l’assorbimento del suono.
Lo stesso parco, poi, funge da barriera acustica per il vicino nucleo urbano; a tal scopo vengono messe a dimora numerose nuove essenze arboree per potenziare l’effetto fonoassorbente.
Il corpo principale è affiancato a est da un volume di dimensioni minori dove sono collocati sale prove e camerini. Gli uffici sono invece distribuiti sui piani superiori, raggiungibili attraverso il blocco scale incastrato tra i due fabbricati.




fonte: Matteo Sintini, Margherita Merendino - Mibact - Architetture del seconodo '900

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