Scuole materne e dell'obbligo
via Isacco Newton 16
Parma (PR)
Benevolo Leonardo progetto
1923/ 2017
Giura Longo Tommaso progetto
1932/ 2018
Melograni Carlo progetto
1924/ 2021

Martines Maria Letizia (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Alla fine del 1962 si avviò la più importante riforma del sistema scolastico italiano dal dopoguerra, con l'istituzione della Scuola media unificata. Oltre ad innalzare la fascia dell’obbligo scolastico a 14 anni, fornendo un' istruzione pubblica e gratuita, il legislatore riformava in chiave egualitaria questo segmento dell’istruzione italiana che in precedenza costituiva un filtro per l’ascesa sociale dal momento che solo chi superava l’esame di ammissione poteva evitare le scuole di avviamento professionale. L’istituzione della media unica “concorre a promuove la formazione dell’uomo e del cittadino secondo i principi sanciti dalla Costituzione e favorisce l’orientamento dei giovani ai fini della scelta dell’attività successiva” (art. 1 della legge 1859/1962), rinviando l’obbligo, allora assai precoce, della scelta di modello di formazione (istruzione generale contro formazione professionale). Sono gli anni di Don Milani e il Sessantotto è alle porte.
Per far fronte al nuovo obbligo scolastico venne nominata una Commissione nazionale di studio sull’edilizia per la nuova scuola media; il Governo Moro III stanziò nel 1967 ben 1000 miliardi di lire per un piano di edilizia scolastica, organizzato per stralci quinquennali. Agli enti locali erano affidate le procedure per la realizzazione dei singoli interventi edilizi. Ad indirizzare qualitativamente il poderoso programma fu il Centro studi per l’edilizia scolastica, diretto dal 1958 da Ciro Cicconcelli all’interno del Ministero della pubblica istruzione. Tema di indagine centrale era l’ambiente educativo: il complesso rapporto tra spazio architettonico e apprendimento. Tale struttura condusse un rapidissimo rinnovamento nella sperimentazione tipologica e architettonica in tema di istruzione. I professionisti, guidati dalle “Norme tecniche per l’edilizia scolastica” (1970), elaborarono procedure innovative che rimandavano ad un processo edilizio fortemente industrializzato.
Nel piano nazionale di questa fondamentale stagione di elaborazione e sperimentazione rientra l’edificio per le scuole elementari e medie realizzate nel costruendo quartiere PEEP (Piano edilizia economica popolare) di via Bottego a Parma, a sud della via Emilia, in direzione Reggio.
Il progetto fu approntato a partire dal 1969 dallo studio associato composto dal 1961 da Leonardo Benevolo, Tommaso Giura Longo e Carlo Melograni. Quest’ultimo aveva già in esecuzione in città, dal 1956, il polo degli Istituti tecnici.
L’intervento è contraddistinto da un disegno unitario, il cui valore fondante è facilmente individuato nel serrato rapporto tra gli spazi interni e quelli esterni. Sebbene dall’esterno appaia come un monolite di cemento armato, all’interno si scoprono luminose cavità che si aprono con ampie vetrate.
Il rigoroso impianto è fondato sull'aggregazione di unità didattiche, intese come elementi planimetrici ad “L” in cui si dispongono aule, servizi, percorsi e disimpegni di varia estensione. Tale soluzione si propone con una riproducibilità dei singoli moduli, ottenuta accostandoli in sequenza l’uno all’altro.
La scuola elementare trova luogo al piano inferiore sul retro. Qui le aule si inseguono, aprendosi sugli spazi aperti dei giardini, definiti dagli stessi moduli a “L” a un unico piano; dal fronte principale si apre un affaccio ritirato e protetto. Sulla strada altri corpi edilizi a pianta rettangolare si innestano ortogonalmente al sistema modulare. Questi articolano altimetricamente il complesso, presentando un piano superiore che ospita la scuola media e gli uffici. La scansione tra anditi nascosti e i corpi delle aule, risulta piacevole.
Da capitolato di appalto: “Scuola elementare con 30 aule al piano terra in 6 corpi bassi ad 1 piano sul lato est delle dimensioni di mt 19.80x10.70 circa, delimitanti n. 6 cortiletti al servizio di ogni gruppo di 5 aule. Scuola media con 18 aule al 1° piano in 6 gruppi di 3 aule con 2 ingressi indipendenti al P.T. Al 1° piano sono pure previste sale per esercitazioni tecniche, scientifiche, acustiche per educazione musicale e sala proiezioni. N.2 palestre con relativi servizi in 2 corpi distinti ad ovest dalle dimensioni di mt 24.788x13.50 ognuno; refettorio al P.T. con relativa cucina in una ala centrale d ovest delle dimensioni di mt. 24.78x18.10”
Il linguaggio pienamente "brutalista" si esalta nei massici blocchi delle palestre, in cui si accatastano ordinatamente le tracce dei casseri lignei sulle facciate. Questo viene però temperato dalla articolazione degli affacci delle aule e dei percorsi, dove il disegno delle facciate si sgrana con il ricorso anche ad elementi in vetrocemento.
Gli spazi aperti sono ordinati da elementi di arredo, sempre in cemento, che conferiscono un disegno unitario all’intero complesso; recinti, gradoni e scalinate sono collocati tra le aree verdi per ospitare i giochi dei piccoli.
Il progetto, deliberato dal Consiglio Comunale nel 1969, solamente nel 1973 andò a gara di appalto, dopo che furono rivisti i prezzi a base d’asta e superate le difficoltà di reperimento dei finanziamenti statali, impedimento comune a tutta la penisola per l’attuazione del piano di edilizia scolastica del 1967.
Il complesso fu completato dalla scuola materna a sud, ad opera delle stesso studio. Recentemente è stato realizzato un volume prismatico in uno dei cortili sul fronte principale per ospitare un nuovo refettorio.
Quest’opera è affine alla scuola progettata per Pontelagoscuro dagli stessi progettisti pochi anni prima (1962-67); l’impianto tipologico, il linguaggio "brutalista" e la medesima articolazione delle facciate ne fanno sostanzialmente un'unica sperimentazione dove l’opera parmigiana nel costituisce una revisione critica a più ampia scala.



fonte: Stefano Negri - Mibact - Architetture del secondo '900