Casa Corini
via Palestro 3
Parma (PR)
Albini Franco progetto
1905/ 1977

Helg Franca (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
L’edificio nell’area di lottizzazione di inizio ventesimo secolo realizzata sul sedime del vecchio Campo di Marte, adiacente alla Cittadella farnesiana. Parzialmente distrutta durante la guerra, la zona è oggetto di una ricostruzione nel Dopoguerra, secondo lo stesso modello insediativo a case unifamiliari su lotto privato.
Realizzata come residenza privata per il titolare dell’impresa Incisa e per la sua famiglia, la villa trova la sua collocazione all’interno dell’isolato vincolato dalla presenza di tre alberi al centro dell’area.
La volontà di mantenere le zone a verde interne al lotto, spinge i progettisti a minimizzare il fronte strada, aprendo gli spazi abitativi sul giardino retrostante, conformando a risega il perimetro murario, per creare ampie superficie seghettate a incastro assecondando la disposizione interna dei vani, secondo un procedimento compositivo sperimentato dall’autore in diverse occasioni e differenti destinazioni d’uso.
Il prospetto sulla via è, invece, compatto e allineato con le case esistenti occupandosi di stabilire un rapporto con l’assetto della periferia.
Proseguendo in parte una ricerca già visibile nel palazzo Ina di via Cavour, il prospetto presenta inserti in cotto, posizionati nei giunti come elementi singoli, sottolineando le particolarità dei materiali e le variazioni di applicazione di questi. Insieme al cemento e all’intonaco vibrato in colori tenui differenti, i grandi conci di cotto, creano una trama che alleggerisce le superfici e i muri pieni, segna le fasce orizzontali che corrono sui prospetti e definisce la base, lo sviluppo dei piani e il coronamento.
Come in numerosi progetti di Albini, dalle Terme di Salsomaggiore, all’edificio di via Solferino, per restare nell’ambito parmense, il comporre per trabeazioni sovrapposte, quasi un ricordo degli ordini architettonici, diventa l’occasione per concludere il motivo lineare che governa tutto lo sviluppo formale della casa.
Organizzata su due piani, interamente l’abitazione si distribuisce attorno alla grande scala elicoidale inserita al centro, che costituisce il tema basilare di tutto l’assetto compositivo e prospettico interno, sia verticale sia orizzontale. La presenza di questo elemento plastico, all’interno di un impianto spaziale rigorosamente lineare, consente, unitamente all’assenza di setti divisori continui, di rendere fluido e dinamico lo spazio, che asseconda il percorso dall’ingresso al giardino.
Al piano superiore lo sbarco della scala si allarga in un ampio disimpegno quadrangolare, sovrastato da una calotta a botte coronata da un lucernario.
La rottura della scatola muraria avviene pertanto in conseguenza dei percorsi interni e, reciprocamente, il contrasto tra aggetti e parti rientranti del volume, denuncia e anticipa esternamente, la qualità architettonica e la dinamicità dell’interno.



fonte: Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga - Mibact - Architetture del secondo '900

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