Edificio per uffici INA
via Cavour 21, via San Biagio
Parma (PR)
Albini Franco progetto
1905/ 1977
Manfredini Enea direzione lavori
1916/ 2008



Notizie storiche: progetto e costruzione
L’edificio, situato in un isolato d’angolo all’interno di una cortina continua della centrale via Cavour, risolve il tema dell’inserimento “ambientale” nel centro storico della città, mediante la tripartizione classica in: basamento più mezzanino, piani tipo e coronamento.
Il piano terra vede la ripetizione di una serie di portali sagomati in cemento armato, disposti parallelamente alla via principale, tra cui sono incastonate le vetrine. La loro profondità lungo la via principale, è leggibile anche grazie al tamponamento, quasi esclusivamente cieco, della prima porzione del prospetto lungo la via secondaria.
L’orditura dei solai gira nei piani superiori, facendo affiorare dal prospetto principale la griglia strutturale in cemento armato, avente un interasse differente rispetto a quella del piano terra. I pilastri continui si rastremano verso l’alto e si piegano in sommità a mensola per sorreggere il coronamento, mentre le travi sono arretrate rispetto al filo dei pilastri.
La parte superiore è costituita da un cornicione aggettante e dal piano-attico. La prima campata del prospetto sulla via secondaria, prosegue anche nei piani superiori con un tamponamento cieco. Si sottolinea in tal modo l’angolo dell’edificio all’incrocio delle strade; la chiusura con un pieno corrisponde alla parete laterale della stanza di testa e dà un verso alla costruzione. La seconda campata, invece, prosegue la sequenza dei pilastri in vista. Tra i pilastri, finestre a tutt’altezza si alternano a fasce verticali di tamponamento in mattone faccia a vista, il cui uso non portante è svelato nelle testate delle murature verticali che separano l’edificio dai fabbricati circostanti.
Il sostegno a sbalzo delle travi dei negozi e la serie di pilastri reggenti verticali con riseghe esterne sono alcuni dei dettagli progettati da Albini, che rendono l’edificio, uno dei maggiori esempi del rinnovamento del linguaggio all’interno della tradizione costruttiva, apprezzabile in questo passaggio della cultura architettonica italiana del dopoguerra. Il rapporto con la storia aulica del luogo, è sottolineato, poi, dal riferimento alle masse murarie e alle strutture del battistero e del Duomo romanico della città, evocate dalla stessa scansione di pilastri descritta in precedenza.
L’edificio mostra, poi, l’attenzione del progettista al tema della luce, visibile nelle finestre di diversa larghezza in base all’affaccio su strada e nell’inclinazione delle veneziane situate tra i due cristalli di ogni finestra, disposte per garantire il miglior grado di riflessione della luce.
Il piano terra può essere suddiviso in quattro negozi, ciascuno con ingresso sulla via principale, un proprio servizio e la scala di comunicazione con i magazzini posti nell’interrato.
Sul fondo nell’angolo più interno, si trova la scala ellittica metallica che si snoda entro un involucro poligonale, disegno caratteristico dell’autore, proposto in seguito in altri progetti.
Come in molte altre opere dell’autore, una particolare attenzione è rivolta all’integrazione dei sistemi impiantistici. I servizi e l’atrio di ingresso sono ambienti ventilati artificialmente mediante condotti di aspirazione orizzontali che corrono in una zona ribassata del plafone e convergono in canne verticali.
Il piano tipo, che ospita gli uffici INA, è pensato per essere suddiviso in tre gruppi di uffici mediante pareti mobili e componibili. I serramenti sono dimensionati per assecondare tale possibile flessibilità, e realizzati secondo un modulo di 80 centimetri.
Agli ultimi piani si trovano due alloggi, uno dei quali destinato al custode.

fonte: Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga - Mibact - Architetture del secondo '900

"2-200, 218 3-266, 271 5-288"