Complesso residenziale “Piramidi”
via Brescia 67, loc. Morane
Modena (MO)
Botti Romano progetto
1937
De Fez Ada progetto
1931/ 2002

Bastai P. (progetto)
Scagliarini P. (progetto)
Giovannini U. (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Nel 1975 Ada de Fez presenta il progetto per tre torri residenziali da costruirsi nell’ambito della lottizzazione del comparto Morane. Il progetto, realizzato dalla Edilcoop di Crevalcore, mostra il chiaro intento di svincolarsi da collaudate tipologie, configurando una serie di edifici fra i più originali e innovativi del panorama architettonico della periferia modenese. Vengono previsti tre blocchi, due allineati in fregio a via Brescia, l’altro in posizione più arretrata. La scelta di volumi scalari con pianta a L consente molteplici variazioni nel taglio degli alloggi. Il tentativo è infatti quello di reinterpretare la tipologia della torre, rifacendosi al noto tema delle “ville sovrapposte”. Gli appartamenti al piano terra, spesso organizzati come duplex, hanno infatti accesso e giardino indipendente. Altri appartamenti, posti all’estremità dei due bracci e collocati al primo livello, sono invece raggiungibili attraverso scale autonome, configurate come elementi espressivi. Nell’angolo interno si trovano invece gli elementi di risalita che conducono ai piani superiori: la caratteristica scala a pianta circolare che contiene l’ascensore diventa una sorta di cerniera fra i due bracci, mentre al piano terra due percorsi passanti consentono un comodo accesso da via Brescia.
Rispetto al progetto iniziale del 1975 la variante del 1977 ha introdotto alcune modifiche, prima fra tutte l’eliminazione di una serie di logge circolari a sbalzo sullo spigolo esterno. I tre blocchi sono caratterizzati da un uso generalizzato del cemento a vista: le logge, le finestrature e gli oblò sono trattati come tagli fortemente espressivi. Il sapiente controllo del rapporto fra la forte immagine esterna e la complessa articolazione planimetrica interna fa di questo progetto una delle più riuscite variazioni sul tema della megastruttura tanto in voga negli anni Settanta.,
Il naturale processo di degrado dei materiali, dovuto al passare del tempo e all’esposizione alle intemperie in questi quarant’anni dall’edificazione, ha reso necessario un intervento di risanamento delle facciate e delle superfici oblique che assolvono la funzione di copertura, afflitte da diffusi distacchi corticali e da problemi di infiltrazioni d’acqua verso gli ambienti abitativi. Il progetto di risanamento, curato dall’architetto Andrea Cavani, con la collaborazione di Francesco Boni, Elena Cattaneo, Marta Fantoni, Alessio Carianni, ha puntato a conservare sulle facciate le caratteristiche materiche e le trama originaria del cemento a vista, mentre per le superfici oblique, maggiormente esposte alle intemperie, ha privilegiato l’inserimento di un nuovo “elemento” con funzione protettiva per l’intero involucro, scegliendo, fra i vari materiali presi in analisi, il rivestimento in alluminio aggraffato della gamma Prefa. Il trascorrere del tempo, le intemperie e il naturale deteriorarsi dei materiali hanno lasciato effetti evidenti sul manto di copertura e sulle facciate, visibilmente rovinate. L’intervento di ristrutturazione ha riguardato un’estensione imponente di superfici trattate e restaurate, interessando oltre 11.550 metri quadri di facciate e 1.500 metri quadri di coperture oblique distribuite sui tre edifici.

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