Restauro Palazzo Renata di Francia
via Savonarola 9, via Coramari
Ferrara (FE)
Bottoni Piero progetto
1903/1973

Gandini Giorgio (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
I diversi progetti che Piero Bottoni studiò per l’Università degli Studi di Ferrara riguardano tutti la sistemazione di palazzo di Renata di Francia; elaborati in tempi e per parti del palazzo distinti, essi costituiscono nel loro insieme come un progetto unitario.
Il palazzo di Renata di Francia, è situato in via Savonarola in angolo con via Coramari. Esso, disposto su due livelli, è un esempio della tipologia di palazzo rinascimentale ferrarese: il corpo di fabbrica principale racchiude un cortile di forma quadrata il quale è collegato attraverso una doppia loggia passante, che occupa tutta l’ala settentrionale, con il retrostante giardino cinto da un muro.
Il palazzo è composto anche di un secondo cortile di servizio disposto sul confine orientale che ospitava l’edificio delle scuderie il cui accesso avveniva da via Savonarola.
In occasione del secondo anniversario della morte di Italo Balbo, nel 1942, il conte Vittorio Cini si adoperò affinché la società “Cinque Torri” donasse il complesso al Comune di Ferrara per stabilirvi la nuova sede dell’Ateneo ferrarese allora situata in palazzo del Paradiso.
L’ingegner Giorgio Gandini redasse un progetto per una prima sistemazione nel settembre 1958 a cui si dette immediatamente corso. Il progetto di Gandini prevedeva la collocazione al piano nobile delle Facoltà di Legge, del Seminario di Matematica, degli uffici del Rettorato, dell’amministrazione, dell’aula magna, aule di rappresentanza e per i professori e una sala per le lauree, mentre al piano terra trovavano sistemazione la casa del custode, la segreteria e l’Istituto Giuridico.
Per il fabbricato delle ex scuderie nel secondo cortile era auspicata «una completa demolizione, con ricostruzione integrata all’organica sistemazione dell’Università».
Il primo lotto di lavori progettati da Gandini prevedevano interventi di ordine statico e strutturale come il controllo del tetto, il consolidamento dei soffitti, il rifacimento degli intonaci e la demolizione dei pavimenti.
I lavori proseguiti sotto la guida di Gandini fino al 1959 ed eseguiti dalla ditta Giorgio Melchiorri di Ferrara avevano dunque un carattere di prima sistemazione edilizia ma interessavano anche scelte che sarebbero rimaste nell’immagine del palazzo fino al termine dei lavori come il mantenimento in vista del solaio ligneo della loggia al piano terreno verso il giardino e la ricostruzione della volta dell’aula magna volute entrambe da Buonomo.
Il nuovo Rettore Giovanni Battista Dell’Acqua, succeduto a Olivero nell’ottobre 1959, incaricò però Piero Bottoni di studiare un nuovo progetto di sistemazione del palazzo nonché altri interventi tra cui, nel 1962, il progetto per un nuovo corpo di fabbrica da costruirsi sul sedime delle ex scuderie nel secondo cortile del palazzo (poi non realizzato); a Gandini venne demandata la direzione tecnica della realizzazione del progetto di Bottoni.
Al dicembre 1960 risale l’elaborazione del progetto generale di riforma dell’edificio studiato da Bottoni. In questo progetto, Bottoni prevedeva la chiusura dei tre lati del cortile principale del palazzo a meno di quello verso il giardino. Al piano terreno del palazzo avrebbe trovato spazio la Facoltà di Matematica, la segreteria, il salone di ritrovo per gli studenti, la biblioteca generale, l’Istituto Giuridico, l’Istituto di Mineralogia e i locali tecnici.
Al primo piano di palazzo di Renata di Francia, invece, avrebbe trovato sistemazione una parte dell’Istituto Giuridico, la Facoltà di Giurisprudenza, la sala lauree, l’aula magna, il Rettorato e gli uffici dell’Amministrazione; infine, nell’edificio progettato da Gandini per il secondo cortile, sarebbe stato collocato l’Istituto di Geologia sebbene il progettista facesse intendere che il progetto era da considerare in modo provvisorio.
Il progetto complessivo per il palazzo, presentato il 4 ottobre al Rettore e al Soprintendente in un incontro a casa Romei, fu la traccia – a meno di alcune variazioni – per i lavori che si svolsero successivamente divisi in lotti.
Nel febbraio 1963, Giorgio Gandini, venne sostituito dall’ingegnere Gino Prampolini. L’inaugurazione del palazzo, fissata per il 4 marzo 1963, venne resa solenne dalla presenza del Presidente della Repubblica Antonio Segni. Bottoni continuò a elaborare progetti per parti diverse dell’edificio fino al 1965.





fonte: Matteo Cassani Simonetti - Mibact _ Architetture del secondo '900

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