Fiera
via Bologna 534
Ferrara (FE)

Gregotti Associati (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Nel settembre 1986 il Consiglio comunale di Ferrara deliberava di affidare a Vittorio Gregotti e Carlo Magnani lo studio del progetto di massima ed esecutivo per un centro direzionale comprensivo di quartiere fieristico in un’area a sud del centro congressi per un importo lavori stimato in otto miliardi di lire.
Gregotti, contemporaneamente impegnato nell’allestimento della mostra di Arnaldo Pomodoro a palazzo Diamanti, articolava il progetto in due parti volte a configurare il carattere di una zona urbana periferica: un complesso di edifici situato alla conclusione di via Beethoven inteso come nuova porta della città e il complesso fieristico vero e proprio. Entrambe le parti del progetto cercavano di stabilire un ordine all’interno dell’eterogeneità del paesaggio periferico sospeso tra città e campagna attraverso un «unico atto fondativo». Riflessione questa caratteristica della progettazione di Gregotti fin dai primi progetti a scala territoriale come quello per i nuovi dipartimenti di scienze per l’Università degli studi di Palermo (1969), a Ferrara tale intento viene attuato analizzando i caratteri del paesaggio padano: gli elementi architettonici composti attraverso una ricerca di monumentalità sono contornati da triplici filari di pioppi. Il complesso è collegato attraverso una rete infrastrutturale a scala territoriale.
L’edificio della fiera, il cui impianto è simmetrico a forma di H, è formato da padiglioni quadrati di circa 2500 mq ciascuno collegati tra di loro da elementi più alti che contribuiscono all’unitarietà della composizione oltre che assolvere alla funzione di sistemazione degli impianti tecnici. All’interno dell’elemento di ingresso sono collocati un ristorante, un bar e una sala riunioni.
Nel corso della realizzazione il progetto non è stato completato. Oltre a non essere stata realizzata la parte disposta lungo via Beethoven, anche l’edificio fieristico non è stato compiuto nell’ala orientale; la sistemazione delle alberature del grande lotto è stata inoltre notevolmente semplificata compromettendo in parte la leggibilità dell’intervento.


fonte: Matteo Cassani Simonetti - Mibact - Architetture del seconodo '900

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