Unità d'abitazione INA-Casa Campo di Marte
via Nardini, località Campo di Marte
Forlì (FC)
Marconi Plinio progetto
1883/ 1974

Fioroni G. (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Il quartiere denominato Campo di Marte è collocato in zona sud-est rispetto al centro cittadino poco lontano dalla via Emilia. Edificato in seguito alla demolizione delle precedenti abitazioni di via Quarantola, è conforme alle direttive del piano Ina-Casa e si colloca fra le costruzioni risalenti al primo settennato. Il decentramento rispetto al tessuto antico della città e la varietà planimetrica sono due delle caratteristiche più evidenti imposte dal piano.
Il complesso residenziale si estende in un'area di circa 1,5 ettari, per un totale di centodieci alloggi. Il disegno dell'architetto-ingegnere Plinio Marconi e della collaboratrice Giosetta Fioroni si articola principalmente in parti, aggregate in relazione all'asse viario denominato via Nardini. L'intero progetto, vincolato dalla preesistenza di tre edifici e dagli accessi delle strade, è costituito da una cortina di edifici a tre piani, articolati su linea obliqua e da una seconda fila di edifici di quattro piani organizzati a definire una corte. In posizione centrale è ben riconoscibile un fabbricato di altezza pari a cinque piani a pianta stellare. Attorno a esso sono collocati i servizi per la comunità del quartiere: asilo infantile, ambulatorio medico, sale lettura, biblioteca e un'abitazione per il custode. Concludono il quartiere due edifici di altezza ridotta posti agli estremi della diagonale viaria dell'intero complesso, che mediano la composizione planimetrica obliqua da un lato e la disposizione a corte, dall'altra. L'attenzione al collocamento degli alloggi, in maggioranza arretrati rispetto alle strade carrabili, ha consentito ai progettisti una particolare cura degli ambienti verdi.
Gli schemi tipologici utilizzati nelle piante dei singoli alloggi seguono anch'essi le guide imposte dal piano Ina-Casa e variano dimensionalmente dai 45 ai 60 mq.
Ogni unità abitativa è suddivisa funzionalmente in reparto giorno e notte con servizi igienici, ed è sempre presente una terrazza o loggia. Inoltre, nel progetto dell'epoca, vengono definiti specificatamente anche le recinzioni delimitanti i confini, a definire le pertinenze di ogni singola unità; oggi questi accorgimenti non sono più chiaramente visibili perché sostituiti da strutture ex novo per le allora non previste automobili. I metodi costruttivi sono basati sull'impiego di mano d'opera locale. Un'attenzione particolare è dedicata ai dettagli costruttivi: spicca la soluzione adottata nei parapetti dell'edificio a torre con pianta stellare, in cui semplici elementi in ferro vengono accostati a fioriere di cemento armato. Questa soluzione è comune anche negli edifici adiacenti e contribuisce a restituire unitarietà al costruito. Le coperture dell'intero quartiere sono a falde. Spesso i timpani delle costruzioni sono trattati con elementi grigliati in mattone per la ventilazione e adibiti a luoghi di servizio. Le finiture superficiali sono a intonaco cementizio poi tinteggiato; le bucature allineate tra loro sono ripetute con alcune variazioni in prossimità di logge o terrazze. Le strutture, principalmente in cemento armato, con alcune eccezioni di setti in muratura portanti, sono completamente annegate nel paramento murario.




fonte: Matteo Sintini, Elia Serafini - Mibact - Architetture del secondo '900 - immagini Giorgia Denicolò