Recupero dell'ex complesso conventuale di Santa Caterina
via Romanello da Forlì, 2
Forlì (FC)

Quadretti Antonio (progetto)


Notizie storiche: progetto, restauro e cambio d'uso
Di una chiesa di San Giuliano si hanno notizie fin dal XIII secolo. Ebbe l'onore delle cronache cittadine per il crollo del 1385. Nel 1427 vi era insediato un monastero che entrò in contrasto con il Governatore della città e quasi un secolo dopo si sa della ristrutturazione e ampliamento del "convento di Santa Caterina" (1522), che nel 1642 ebbe la chiesa ampliata. Così, fino all'invasione francese, è possibile ritrovare documenti di un vasto e ricco convento di monache, le quali, per ricevere i vescovi o in occasione delle ricorrenze liturgiche maggiori non esitano ad acquistare cioccolato o altre prelibatezze.
All'arrivo di Napoleone il convento fu colpito da decreto di soppressione, ma parecchie monache vi rimasero perché pagarono all'amministrazione francese 150 scudi. Nel 1821 ritornò nel pieno delle sue funzioni, finché fu soppresso definitivamente nel 1862, nonostante le proteste della Madre Superiore che indirizzò alle autorità civile dello Stato unitario pepatissime lettere, e alla fine pretese che fosse la Municipalità a pagare le spese del "trasloco". Le monache, lasciando Forlì per Faenza, portarono con loro due quadri che si possono ammirare ancora oggi nella vicina città: la Madonna del Patrocinio (attribuita al Melozzo) e un Sacro Cuore.
Al posto delle monache furono alloggiati i militari. Nel 1882 il complesso subì una prima ristrutturazione e nel 1887 ebbe la denominazione di caserma "Caterina Sforza". Fu sede dell'11° fanteria Casale (erede del reggimento fondato in Savoia da Carlo Emanuele 1°, nel 1619), che, formato da moltissimi romagnoli, nel 1918 conquistò il Monte Calvario (per il colore delle mostrine fu chiamato "Gialli del Calvario") e liberò Gorizia. Il complesso esaurì la funzione di caserma dopo la guerra 1940-1944, quando fu occupato da sfollati e senza casa.
Nel 1962 fu acquistato dal Comune e nel 1973 vi fu costruito l'istituto Melozzo da Forlì, mentre nella parte adiacente viale Salinatore furono edificati appartamenti popolari, in gran parte riservati ai militari.
Le esigenze dell'Istituto scolastico (ora Istituto Superiore "Roberto Ruffilli" n.d.r.) fecero prendere in considerazione la possibilità di utilizzare la chiesa e gli edifici rimasti. L'Assessore Gabriele Zelli, che seguì i lavori, ricorda che: "La sfida fu particolarmente stimolante per l'equipe di professionisti che ha progettato il restauro ed ebbe anche un risvolto pioneristico: si doveva recuperare un edificio storico, da destinare a un uso prevalentemente scolastico, applicando per la prima volta in un immobile di tali dimensioni la legge antisismica".