Piano di recupero area ex Orsi Mangelli
viale Matteotti, viale Colombo, viale della Libertà, viale Manzoni, viale Vespucci
Forlì (FC)
Natalini Adolfo progetto
1941/ 2020

Natalini Fabrizio (progetto)
Masolo A. (progetto)
Falletti A. (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
L’area ex Orsi-Mangelli, è parte integrante dell’ampio programma di recupero delle aree dismesse di prima industrializzazione che dalla fine degli anni ‘90 caratterizza il territorio del comune di Forlì. La sua collocazione tra la stazione ferroviaria e il centro storico, la sua importante dimensione (13 ha), le dinamiche della sua riprogettazione e i problemi affrontati per la sua attuazione ne fanno un caso emblematico dei processi di rigenerazione urbana sviluppati in Italia negli ultimi 15 anni. Il processo di dismissione dell’insediamento industriale, iniziato nel 1984 e concluso nel 1993, vede da subito l’affiancamento tra soggetto privato (Fortex Sidac Srl) proprietario della maggior parte della superficie e soggetti pubblici che rilevano parte delle aree (Comune, Poste Italiane, Romagna Acque) o sono attuatori di specifici interventi (Iacp Forlì, ora Acer). Nonostante i cambiamenti subiti dal progetto in corso d’opera per le modifiche alle destinazioni d’uso, per l’insorgere dei problemi di bonifica e per i cambiamenti di mercato, questa forte base di soggetti e il mix di funzioni ha consentito al programma di rigenerazione di mantenere una buona coerenza rispetto agli obiettivi iniziali senza modificare in modo significativo l’assetto urbanistico. Affidato agli Studi Natalini e Prococi Engineering, il Piano attuativo per l’ex Orsi-Mangelli, in attuazione di quanto previsto dagli strumenti urbanistici generali, persegue i seguenti obiettivi: trasformare il “vuoto urbano” della fabbrica in un nuovo quartiere con destinazioni miste, integrate tra loro; realizzare vasti spazi pedonalizzati, ciclabili e a verde; connettere il nuovo quartiere al tessuto urbano circostante; curare la qualità realizzativa attraverso un forte controllo sul linguaggio degli elementi architettonici edilizi e dello spazio pubblico. Partito dalla necessità di intervenire su un’area industriale nata nel 1926 e densificata per successive addizioni fino a coprire quasi interamente la superficie territoriale, il progetto riduce la superficie edificata al 50% del totale ricavando ampi spazi per un parco urbano (27.000 mq), lo spazio pubblico pedonale (20.000 mq) e i parcheggi. La volontà era quella di creare un “effetto città”. ’Elemento portante del nuovo quartiere è il grande viale alberato che lo attraversa in direzione est-ovest biforcandosi a “Y” verso il Viale della Libertà (stazione e prima periferia) e a “T” verso Viale Manzoni (centro storico) definendo due snodi fondamentali. In quello a “T”, nel cui centro viene a trovarsi la ciminiera conservata, nasce una grande piazza circolare che, insieme al parco a sud del viale, ordina lo spazio pubblico. A nord del viale sono collocate le zone per il commercio e l’artigianato integrate con le residenze e servite da un ampio parcheggio alberato collocato verso la ferrovia. A sud del viale le residenze affacciano sul parco che, insieme al grande parcheggio interrato (288 posti) costituisce la cerniera tra l’area e il centro storico. La scelta di privilegiare i percorsi pedonali e ciclabili, senza trascurare l’attenzione alla mobilità veicolare (prevalentemente perimetrale all’area), consente al progetto di riconnettere la maglia dei percorsi alla città esistente.