tratto di viale Oberdan da via De Gasperi a via Alighieri
Cesena (FC)
1946
Grossi Giuseppe (progetto)
Casadio Mascia (progetto)
Dardozzi Lele (progetto)
L’estremo rigore dell’impianto insediativo e tipologico, caratterizzato dal netto allineamento stradale e dalle pertinenze di aree verdi private al piano terra, vengono mantenuti nel nuovo intervento come fattori che permettono di identificare in questo “pezzo di città”, una chiara identità.
Tale valenza urbana determina la scelta di non aggiungere volumetria fuori dal sedime dei blocchi esistenti, ma di mantenerne l’impronta a terra costruendo il nuovo volume sopra il piano di copertura. Il principio di mantenimento del blocco esistente, poi, non impedisce di operare secondo una netta distinzione delle due parti che fa risultare la nuova parte autonoma dal punto di vista figurative, pur riproponendo gli stessi principi formali di quella sottostante. Il fronte principale dell’edificio è scandito da un porticato formato da ampi portali in ferro, utilizzati per non far gravare il peso della parte nuova sulle fondazioni dell’edificio esistente. I pilastri si distanziano in maniera proporzionata dal fronte e creano un portico davanti ai piani del vecchio edificio. La nuova porzione di edificio è realizzata attraverso tamponamenti in cemento armato prefabbricato per garantire una veloce esecuzione a secco della parte aggiunta, sostenuta da profili verticali HE e IPE in acciaio lasciati in vista. La copertura è anch’essa realizzata in pannelli prefabbricati, ed era inizialmente prevista a botte ribassata. La scansione delle aperture in facciata rispecchia nuovamente il rapporto tra il preesistente e l’ampliamento che governa tutto il progetto, mediante l’adozione di finestre in asse con quelle esistenti sottostanti e l’introduzione di una serie di logge intermedie che uniscono le due parti e modulano la grande altezza dell’edificio. Anche la scelta cromatica utilizzati per l’esterno segue i principi progettuali fin qui descritti: per la parte esistente è stato ripristinato (in uno solo dei due corpi), l’originale giallo vivo per le pareti, bianco per gli infissi e terra di siena per le persiane. Il secondo blocco, invece, presenta ai primi due piani una colorazione grigio scura che stacca nettamente con il giallo dei pilastri in metallo. In entrambi gli edifice, invece, la sopraelevazione presenta le ringhiere dipinte di bianco avorio come gli avvolgibili e gli interni delle logge, mentre i tamponamenti sono grigio cemento. I nuovi alloggi presentano una tipologia a duplex permessa dalla possibilità di non introdurre ascensori. Il lavoro sui collegamenti verticali diventa pertanto un altro tema progettuale fondamentale. I vani scala esistenti vengono prolungati dal primo piano al terzo piano, con l’aggiunta di rampe leggere in ferro e lamiera, mentre il quarto livello è collegato internamente ad ogni singolo alloggio.
fonte: Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga - Mibact - Architetture del seconodo '900
"6-32,37 8-1"