Residenza municipale
via Moretti 5
Cesenatico (FC)
Notizie storiche: progetto e costruzione
L’attuale sede del Municipio di Cesenatico sorge sul sedime dell’originale Palazzo Comunale, bombardato e distrutto nel 1944.
Il progetto è sviluppato da Giò Ponti negli stessi anni in cui è impegnato anche in quello della Fondazione Garzanti di Forlì a cui lavora negli stessi anni.
L’incarico viene affidato direttamente dall’Amministrazione Comunale di Cesenatico, su un progetto che fonda i caratteri dell’edificio sull’“invenzione” del portico, sulla facciata continua ispirata all’ambiente circostante e alle caratteristiche del luogo, con particolare riferimento alla presenza dell’acqua e delle vele delle barche ormeggiate sul porto-canale su cui affaccia il fronte principale dell’edificio, da cui deriva una diretta ispirazione formale.
Assecondando uno dei principi compositivi più ricorrenti della sua poetica, la pianta fa uso di figure geometriche semplici ed essenziali, attraverso le quali raggiungere valori espressivi e formali caratteristici. Il prospetto, secondo un analogo principio di chiarezza geometrica degli elementi, dichiara la sua natura di superficie grazie alla separazione dalla muratura retrostante, presentandosi come un leggero schermo sospeso sul piano terra, rivestito in marmo a spacco di cava e intagliato da aperture verticali dal passo e dalla dimensione costante, ritmo interrotto solo dalla presenza del vuoto della loggia che definisce l’asimmetria della composizione del fronte. In corrispondenza di questo s’innalza il pennone in ferro battuto, segnale urbano derivato letteralmente dalle suggestioni offerte dagli alberi delle barche a vela posteggiate nel canale antistante l’edificio. Ponti opta per questo elemento al fine di evitare l’edificazione di una torre in facciata, rievocazione di quella del precedente palazzo, che avrebbe fatto concorrenza al grattacielo vicino, alto centosedici metri.
Si attua una precisa corrispondenza tra le piante e l’alzato che dichiara in facciata la posizione delle varie funzioni interne, in particolare visibile nella Sala del Consiglio e nell’ufficio del Sindaco, posizionate nella parte centrale del prospetto, nel punto in cui la facciata sporge leggermente verso il canale e sopra l’ingresso principale situato al piano terra, dove si apre un ampio atrio. Il piano terra ospita le funzioni maggiormente frequentati dal pubblico; al primo piano la Sala del Consiglio, gli uffici del Sindaco e della Giunta, al secondo piano si trova la residenza del Segretario Comunale a cui si può anche accedere dalla strada da un accesso separato. Altri uffici sono contenuti nei due corpi sulla corte giardino.
Il progetto raccoglie diversi pareri contrari, tra cui quello di Bruno Zevi, a causa del metodo di assegnazione dell’incarico da parte dell’Amministrazione Comunale che avrebbe meglio dovuto bandire un concorso.
La versione finale subisce sostanziali modifiche rispetto alle prime ipotesi del progettista. Non viene ad esempio realizzato il rivestimento in ceramica bugnata e in tesserine in mosaico, soluzione ricorrente nel repertorio linguistico dell’autore, che dovevano ornare la parte centrale del prospetto principale producendo un effetto di vibrazione sulla parete reagente ai giochi di luce prodotte dalle acque del canale. Manca poi la quinta di coronamento che doveva coprire l’arretramento del secondo piano e contenere grandi aperture ad oblò con il compito di alleggerire il prospetto, perdendo pertanto una parte di quelle suggestioni formali iniziali, tratte dall’immaginario navale.



fonte: Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga - Mibact - Architetture del secondo '900

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