Officine Minganti ( oggi centro commerciale)
via della Liberazione 15
Bologna (BO)
Santini Francesco progetto
1904/1976



Notizie storiche: progetto e costruzione
L’impresa Minganti, industria leader nella produzione di macchine utensili al momento della realizzazione dell’opera, incarica, nel 1957, l’architetto Francesco Santini del progetto della nuova sede dei propri stabilimenti a Bologna, città in cui rientra dopo lo sfollamento forzato imposto dalla guerra.
Il complesso occupa un intero isolato situato poco lontano dalla stazione ferroviaria, collocato nel punto di incontro tra via della Liberazione e via Ferrarese, ed è costituito da due blocchi che ospitano il programma funzionale . Il primo, che si affaccia sulle due vie principali, si articola su un piano terra e tre livelli. Il secondo conserva la stessa altezza del primo e presenta una pianta libera adatta ad ospitare i macchinari per la produzione. I due corpi si fronteggiano lasciando al centro uno spazio vuoto che assume forma rettangolare in quanto delimitato, sui lati corti, da due braccia di collegamento trasversali ai due volumi precedenti, poste alla quota del terzo piano, che lasciano libera la circolazione sottostante.
Questo rigore volumetrico è rotto dall’ aggetto in vetro-cemento che dall’edificio posto sul lato sinistro del cortile interno sbalza sul cortile. Da questa corte centrale che si sviluppa per tutta l’altezza del complesso, si può notare il triplo volume degli ambienti della produzione. Il trasporto dei materiali da impiegare per le lavorazioni e quello dei prodotti finiti è reso agevole dalla presenza di un ampio spazio alle spalle dei due blocchi, al momento della relizzazione del progetto, servito dalla ferrovia.
L’aspetto tipicamente industriale del blocco destinato alla produzione, è conferito dalla riconoscibile copertura a shed, che permette di illuminare adeguatamente l’interno attraverso i grandi lucernai posti sul tetto inclinato e dall’utilizzo del laterizio, materiale che tradizionalmente rimanda all’immagine dei primi opifici. All’interno dei tamponamenti in mattoni resta leggibile la struttura in calcestruzzo armato, laddove il paramento murario è, invece, continuo, il cambio di orditura degli elementi in laterizio, segnala a presenza delle travi. Nel prospetto frontale e in quello laterale su via Ferrarese, la struttura di tipo intelaiato si legge in maniera ancora più chiara. Il piano terra viene mantenuto a pilotis, ai piani superiori la maglia viene evidenziata da un rivestimento a mosaico con tessere di colore turchese che lascia il passo al colore giallo in prossimità dell’attacco a terra della struttura, proponendo, nello studiato gioco cromatico, una delle cifre stilistiche caratteristiche dell’opera di Santini.
Per contrasto, il prospetto ovest si presenta come una parete liscia intonacata, sulla quale campeggia il nome dell’impresa.


fonte: Matteo Sintini, Margherita Merendino - Mibact - Architetture del secondo '900