via Bixio
Piacenza (PC)
Data di costruzione / dismissione: 1928 - 1985
I lavori di costruzione della centrale termoelettrica di proprietà della Società Generale Elettrica dell’Adamello iniziarono nel 1925 e terminarono nel 1928, per consentire il regolare approvvigionamento delle regioni dell’Emilia occidentale servite direttamente dalla società o da altre imprese legate al gruppo Edison. L'impianto, progettato dal milanese Piero Portaluppi, fu inaugurato nel 1929. I lavori per la sua costruzione impegnarono numerose imprese edili e oltre novecento operai. Gli edifici del complesso presentavano un’innovativa struttura in calcestruzzo armato, associata a una muratura in mattoni conclusa da grandi aperture vetrate. Nella sala macchine funzionavano due gruppi turbogeneratori ‘Westinghouse’ e il rendimento globale dell'impianto era in linea con le tecnologie allora disponibili nelle centrali termoelettriche installate in Europa. Lo schema adottato nella centrale Emilia era quello monoblocco, basato sull'alimentazione di ciascun alternatore da parte di una sola caldaia, senza collegamenti tra un gruppo e l'altro. La potenzialità della produzione di ogni caldaia era di oltre duecento tonnellate di vapore all'ora a una pressione di cento atmosfere. Nell'immediato dopoguerra venne effettuata una radicale ristrutturazione del complesso, le caldaie a vapore furono sostituite da motori a gas, alimentati con il metano estratto dai giacimenti del piacentino. Tra il 1965 e il 1967 furono realizzate le due sezioni convenzionali della centrale Levante costruita in un edificio situato di fronte alla centrale Emilia. Quest’ultima, la cui proprietà è passata all’EdisonVolta nel 1951, all’Enel nel 1963, all’Eurogen nel 1999 ed infine all’Edipower, ha funzionato a pieno regime fino al 1982 ed è stata definitivamente dismessa nel 1985. In perfetto stato di conservazione, gli edifici originari della centrale sono stati affiancati da numerosi fabbricati, ma continuano a rappresentare il momento culminante e conclusivo della prima architettura industriale piacentina. Nel 2003 la centrale è stata restituita al pubblico come ‘Officina della Luce’, uno spazio espositivo per l'arte contemporanea. La convenzione sottoscritta nel 2005 da Edipower e Comune di Piacenza ha consentito la realizzazione di un laboratorio di ricerca che attualmente occupa l'officina trasformatori della centrale, dichiarata di interesse culturale nel 2007.