stradone Farnese
Piacenza (PC)
Data di costruzione / dismissione: 1892 - 1984
Ancora prima che lo stato promulgasse la legge del 1888 che obbligava i comuni con oltre seimila abitanti a dotarsi di un macello pubblico, la città di Piacenza aveva progettato una struttura in località Cantarana, presso Porta Borghetto. Questo progetto, redatto nel 1866, aveva molte analogie con quello predisposto nel 1891 per il macello di Strada Farnese la cui costruzione, iniziata nel 1892, venne inaugurata nel 1894 a due anni dall’inizio dei lavori. Il nuovo complesso, dotato di un sistema impiantistico fornito da una ditta di Kassel, in Germania, venne considerato uno dei più avanzati dell’epoca. Il progettista Diofebo Negrotti, responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale dal 1889 al 1916, si avvalse della collaborazione di Giovanni Perreau quale direttore del cantiere. Al termine dei lavori di costruzione, il complesso comprendeva la direzione, gli uffici, le stalle, i macelli, i magazzini, le caldaie, accanto alle quali venne eretta la ciminiera, la tripperia e il letamaio. Questi edifici presentavano murature in mattoni a vista, scandite da lesene verticali e concluse da una copertura a capanna. La struttura fu completata tra il 1912 e il 1914 con la realizzazione della fabbrica del ghiaccio, su un’area da poco acquistata dal Comune. Alcuni decenni più tardi, nel 1951, fu progettata la nuova sede dell’Istituto di Zooprofilassi e per questa ragione si demolirono le stalle dei suini; due anni dopo fu parzialmente ricostruita la ciminiera danneggiata durante la guerra. Nel 1975 cessò la produzione del ghiaccio mentre le attività di macellazione proseguirono sino al 1984, anno della definitiva chiusura dell’impianto. Dopo un periodo di abbandono, durante il quale è stato utilizzato come deposito, il Comune di Piacenza ha inserito il macello in un programma di riqualificazione urbana e predisposto il recupero dell’intero complesso, iniziato nel 1999 e completato nel 2008, al termine del quale è diventato sede di attività istituzionali e culturali.