Il reperto fa parte della raccolta di Don Giorgio Franchini.
Come molti altri era esposto nei locali della canonica, adibiti a museo: esso era stato dotato di vetrine e di materiali di cui don Franchini aveva stilato un inventario e una guida trilingue. Chiuso per vent'anni, il Museo è stato riaperto al pubblico nel 1998 nell'attuale sede.