[al ṡó]

strumenti e accessori
legno di olmo
ferro
cm 50 (la) 120 (l)
sec. XX, fine
n. 24
Nel giogo doppio la parte centrale e il timone del veicolo (timunséla) sono collegati insieme: il timone viene agganciato sotto il giogo ad una robusta caviglia in legno (ṡméla), costituita da un arco, largo in alto, appeso a due cinghie (cavéci) di cuoio; tra le due estremità inferiori e la banda di ferro è infilato un pezzo di legno come cuneo. Un arco in ferro di forma semicircolare è appeso a due parti in legno (grapèli), legate al giogo con due corde di canapa (cürsöbi).

permetteva il traino del carro o dell'aratro da parte dei buoi
Utilizzato come mezzo di attacco per due bovini da traino (tipo le vacche, essendo il giogo piuttosto leggero). Si tiravano aratri, erpici, rincalzatrici, rulli ecc.
Oltre alla forza di trazione principale, trasmessa dalla nuca dell'animale da tiro, si usa la forza delle corna: da un'asola di ferro posta al centro del giogo si unisce il giogo alle corna con una corda di canapa (arvaróla). Le frange (muscaróli) ai lati del giogo servivano per scacciare le mosche.