balsamari fittili
secc. IV a.C./ III a.C. (310 a.C. - 210 a.C.)
I balsamari, assai spesso definiti "lacrimatoi ", termine cui si attiene anche il Venturini nel redigere il suo inventario, in realtà erano destinati a contenere essenze od olii profumati.
Un'alta percentuale di presenze di questi piccoli contenitori fra gli oggetti del repertorio funebre si registra a partire dalla prima età ellenistica in tutto il bacino del Mediterraneo, con una frequenza veramente notevole nei centri della Magna Grecia. Al di là delle varianti e delle diverse interpretazioni che dipendono dalle singole fabbriche, vengono distinti sulla base della loro morfologia sette tipi fondamentali (Forti, tipi I-VII) i quali hanno vita anche per un secolo ed oltre e si sovrappongono cronologicamente gli uni agli altri, come è verificato dall'associazione di più tipi in un unico corredo tombale. Essi coprono un arco temporale di circa quattro secoli dal IV sec. a.C. alla metà ed oltre del I sec. a.C. con il tipo V, di cui aluni esemplari vengono datati sino all'età augustea.
La maggioranza dei balsamari della collezione proviene da due centri dell'antica Puglia: Rudiae e Taranto e documenta quasi esclusivamente il tipo V, con qualche esempio di tipo III e IV.
Del balsamario in esame non sono note la provenienza né la data di acquisizione.