Centro Culturale "Carlo Venturini"
Viale Zaganelli, 2
Massa Lombarda
argilla verniciatura
argilla ingobbiatura
ceramica suddipinta
tardo stile di Gnathia
sec. IV a.C. (319 a.C. - 300 a.C.)
cm.  8.9 (a)
n. 156
Craterisco in argilla camoscio, vernice nera, sovraddipinture in bianco-arancio. Corpo slanciato e bacellato; orlo e piede modanati; anse a doppio bastoncello annodato. Fra le anse (A= B) ramo puntinato; all'inizio della bacellatura, su entrambi i lati, fascetta; all'attacco fra anse e corpo serie di cinque petali a disposizione radiale. Intorno al piede fila di piccoli punti. Parte inferiore del corpo e stelo ingubbiati in arancio-rossastro.

Per ceramica sudddipinta si intende una serie di prodotti fittili, particolarmente frequenti nel corso del IV sec, e in parte del III sec. a.C., caratterizzati da una decorazione a colori sovrapposti - per lo più bianco, giallo o rosso - ad un fondo interamente verniciato di nero. Il termine è senza dubbio generico perché comprende una vasta serie di classi vascolari, diversificate sia per il tipo di decorazione ed il tipo di forme, sia per i centri di produzione. I vasi della collezione sono rappresentativi del più fiorente gruppo di questo artigianato in ambito italico: quello dell'Apulia. Fra la ceramica sudddipinta apula la classe più conosciuta, certo per la migliore qualità dei suoi prodotti e la maggiore diffusione commerciale, è la ceramica di Gnathia, che deriva il proprio nome dal primo centro in cui fu rinvenuta nel secolo scorso e di cui si riteneva originaria.
In realtà molte erano probabilmente le officine che fabbricavano ceramica di Gnathia: certo tutto il brindisino ed altri siti come Taranto, Rudiae, Rocavecchia, Ruvo, Canosa. Fra essi va ripartita un'esuberante produzione che iniziata attorno al 360 a.C. raggiunge i primi decenni del III sec., fino a circa il 270 a.C. Questa ceramica è caratterizzata da una decorazione dipinta in bianco, giallo e rosso e generalmente completata, specie negli esemplari più antichi, dall'uso di incisioni.
Il repertorio ornamentale è essenzialmente costituito da elementi vegetali od animali: rami d'edera e d'alloro, rami puntinati, tralci di vite con grappoli e pampini, rosette, ovuli, uccellini, lepri, tigri e pantere.
Nel repertorio figurativo, in buona parte comune a quello della ceramica a figure rosse, predominano invece motivi di ispirazione dionisiaca e teatrale: satiri e menadi danzanti, piccoli eroti, geni alati, musicanti, acrobati ed attori. Allo stesso ambito si richiamano altri riempitivi quali maschere teatrali, strumenti musicali, oggetti rituali.
Nel periodo finale della produzione si affermano inoltre morfologie nuove - certamente sotto l'influenza di una coeva produzione metallica - che prevedono uso di bacellature sul ventre, anse annodate, aggiunte plastiche e danno ai vasi un aspetto più complesso e barocco.
Il craterisco illustrato in questa scheda, insieme ad altri due esemplari in collezione Venturini, illustra le forme proprie dell'ultima fase, epoca nella quale - a partire dal 325 a.C. circa - gli artigiani intervengono sulla superficie dei vasi incidendo con la stecca profonde bacellature imitanti quelle di esemplari metallici.
Per ciò che attiene la decorazione, il motivo del "ramo secco" con foglie stilizzate espresse mediante puntini di colore fa la sua comparsa già durante il medio Gnathia (340-320 a.C,) nel Dotted-Spray Group, per continuare nel periodo seguente nei vasi bacellati del Ribbed Group C.
Il reperto proviene da Rudiae, dono Greco (1875).
Cfr. Bernardini, tav. 22,6/7, 14; Webster 1968, pp. 26-27.
Ultimo venticinquennio del IV sec. a.C.