cm 73 (a) 192 (l) 90 (p)
Il modello fu realizzato tra il 1882 e il 1886 sotto la direzione dell'allora Museo-Laboratoio Aldini-Valeriani (ora Museo del Patrimonio Industriale di Bologna) all'interno dell'Istituto Aldini-Valeriani. Questo cantiere, coordinato da Roberto Curti (allora direttore del museo), si è servito della consulenza scientifica di Carlo Poni, docente di Storia Economica all'Università di Bologna e della collaborazione sia del Museo Civico della Seta Abegg di Garlate (Como) sia del Museo Civico Setificio di Abbadia Lariana (Como).
Alla progettazione e realizzazione hanno partecipato: Carlo Dall'Omo (disegnatore e progettista), Alberto Tullini (ebanista), Davide Regazzi (modellista), Arrigo Atti, Antonio De Zaiacono, Giuseppe Romagnoli, Edgardo Stampini, Marcello Tercon (attrezzisti meccanici e operatori alle macchine).
L'incannatoio è collegato lateralmente al filatoio-torcitoio secondo lo schema indicato dall'architetto tedesco Heinrich Schickhardt in un disegno della fine del XVI secolo. Nella realtà queste macchine erano situate nei solai delle case che ospitavano i mulini, proprio al di sopra dei torcitoi, in modo che il movimento venisse trasmesso all'incannatoio direttamente dall'albero motore del torcitoio.
data di costruzione: 1882-1886
uso originario: usato per scopi didattici
luogo di costruzione: Bologna