stadera da mercato

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: a doppia portata
Categoria: meccanica

cm 67 (a) 54.5 (l)
secc. XVIII/ XIX
n. 191
Asta in ferro rifinita a mano tarata in centinaia di dirhem (?) con portata minore da 1,5 a 10 (con divisione in sedicesimi per ogni centinaia) e da 9 ad 43 (con divisione in quarti per ogni centinaia) per la portata maggiore. Il braccio minore di forma piatta termina con un'estremità esagonale irregolare risultante in una mezzaluna ed ha i coltelli, molto piccoli e rudimentali, riportati in ferro. Il braccio maggiore a sezione quadrata, rastremato verso l'estremità, termina con una cuspide conica in ferro. Il romano in ottone a forma di goccia ha sul fondo del piombo per la taratura; ha cappio in ferro e corrente piatto ad S non estraibile e molto rudimentale pure in ferro. La stadera è sospesa mediante staffa trapezoidale, gancio ad occhiello e gancio a C di forma particolare in ferro. La merce è sostenuta da due ganci ad uncino, appesi ognuno ad una catena a quattro facce in ferro riunite in un anello che si sospende alla stadera mediante gancio ad occhiello e staffa trapezoidale in ferro.

L'invenzione della stadera, originaria quasi con certezza della Campania, è da attribuire ai romani intorno al 200 a.C. Ben presto per il suo facile impiego, per la sua immediatezza di lettura e il soddisfacente grado di precisione conquistò i mercati internazionali anche nei secoli successivi all'età romana e rimase, soprattutto in Italia, fino all'avvento delle bilance automatiche, uno degli strumenti per pesare maggiormente diffuso sul territorio.
Il dirhem è l’unità di massa utilizzata nell’impero ottomano; il valore medio del dirhem, che varia nel corso dei secoli e di regione in regione, è circa 3,15 g. Il Sistema Metrico Decimale venne introdotto per la prima volta nell’Impero Ottomano nel 1870 ma nella pratica servirono parecchi decenni prima che venisse accettato e le vecchie misure venissero definitivamente abbandonate. Lo stile di questa stadera è riconducibile al periodo Ottomano dei secoli XVIII e XIX.


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