stadera pesacarne

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: a doppia portata
Categoria: meccanica
Crotti Francesco   1860/ 1986  costruttore

cm 63 (a) 149.5 (l)
sec. XIX
1891 - 1895
n. 110
Asta in ferro tarata da 30 a 100 kg con divisione di 200 g per la portata minore e da 100 a 280 kg con divisione di 500 g per la portata maggiore. Il braccio minore di forma piatta ha i coltelli riportati in acciaio. Il braccio maggiore a sezione quadrata termina con una testa in ferro di forma quadrata. Il romano a forma di cipolla in ottone con cavità per la massa di correzione chiusa da una vite, ha l'anello in ferro congiunto ad un corrente estraibile in ferro con gancio piatto ad uncino arrotondato. La stadera è sospesa mediante staffa, gancio ad occhiello e grosso gancio a C in ferro. La merce è sospesa mediante gancio ad uncino, gancio ad occhiello e grossa staffa in ferro.

L'invenzione della stadera, originaria quasi con certezza della Campania, è da attribuire ai romani intorno al 200 a.C.. Ben presto per il suo facile impiego, per la sua immediatezza di lettura e il soddisfacente grado di precisione conquistò i mercati internazionali anche nei secoli successivi all'età romana e rimase, soprattutto in Italia, fino all'avvento delle bilance automatiche, uno degli strumenti per pesare maggiormente diffuso sul territorio.
Originariamente era utilizzata per pesare la carne nel Macello di Campogalliano.

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