stadera per pesare le granaglie

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: a doppia portata
Categoria: meccanica

cm 76 (a) 72 (l) 31 (p) altezza piatto 10//larghezza piatto 31//lunghezza piatto 38
secc. XIX/ XX
1891 - 1909
n. 12
Asta in ferro tarata da 0 a 8 kg con divisione di 50 g per la portata minore e da 6 a 26 kg con divisione di 100 g per la portata maggiore. Il braccio minore di forma piatta ha riportati i coltelli in acciaio. Il braccio maggiore a sezione quadrata termina con una testa piatta in ferro di forma quadrata che blocca il romano. Il romano in ottone di forma sferica con anello ha sul fondo una vite in ottone per la chiusura della cavità della massa di correzione. Corrente piatto ad otto non estraibile in ferro lavorato a mano. La stadera è sospesa mediante staffa con due scanalature, gancio ad occhiello e gancio a C in ferro. La merce è contenuta in un piatto in ferro a bocca di lupo sostenuto da tre catene in ferro alla catalana con anelli allungati riuniti in una piccola crociera sostenuta da un doppio gancio ad occhiello, un altro gancio ad occhiello e staffa con due scanalature in ferro. Dalla crociera pende anche un gancio ad uncino in ferro per la merce.

L'invenzione della stadera, originaria quasi con certezza della Campania, è da attribuire ai romani intorno al 200 a.C. Ben presto per il suo facile impiego, per la sua immediatezza di lettura e il soddisfacente grado di precisione conquistò i mercati internazionali anche nei secoli successivi all'età romana e rimase, soprattutto in Italia, fino all'avvento delle bilance automatiche, uno degli strumenti per pesare maggiormente diffuso sul territorio.

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