Categoria: meccanica
cm 230 (a) 250 (la) 118 (p) l. asta 137, dimensioni piatto 124 x 92
Cavalletto in legno di abete con grosse viti di rinforzo, formato da due gambe laterali e da una trave orizzontale. Il cavalletto ha un anello in ferro, bloccato da una grosse vite a farfalla, per il sostegno dello strumento e staffa rettangolare in ferro per bloccare la corsa del braccio maggiore.
L'invenzione della stadera, originaria quasi con certezza della Campania, è da attribuire ai romani intorno al 200 a.C. Ben presto per il suo facile impiego, per la sua immediatezza di lettura e il soddisfacente grado di precisione conquistò i mercati internazionali anche nei secoli successivi all'età romana e rimase, soprattutto in Italia, fino all'avvento delle bilance automatiche, uno degli strumenti per pesare maggiormente diffuso sul territorio. La stadera in oggetto era utilizzata dalla famiglia dei donatori, gestori del magazzino vendita generi di monopolio di Revere in provincia di Mantova. Da documentazione cartacea donata insieme allo strumento (archivio documenti nn. 542-553) apprendiamo che nel 1943 il magazzino era gestito da Bonetto Catterina che nel 1953 è menzionata come "in" Schiavi. Nel 1954, 56 e 57 la stadera venne riparata dalla ditta Fratelli Capra di Ostiglia.