stadera da mercato

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: a fulcro mobile (Bismar)
Categoria: meccanica

cm 10 (a) 112 (l)
secc. XVIII/ XIX
1700 - 1899
n. 546
Asta in legno a sezione circolare, rastremata verso l'estremità, con scala tarata tramite piccoli chiodini in ottone. La scala graduata si infittisce progressivamente a partire dai pesi minori verso i pesi maggiori, pertanto lo strumento è meno affidabile nel determinare questi ultimi. L'unità di misura è riportata cinque volte ed è indicata da cinque chiodini disposti a formare un rombo, le prime due unità sono divise ognuna in cinque parti, le ultime tre unità sono divise solo nel loro mezzo. Ad un'estremità è presente un contrappeso fisso in bronzo costituito da tre sfere schiacciate poste l'una accanto all'altra e tornite con righe parallele; all'altra estremità vi è un manicotto in bronzo a cui è sospeso un doppio gancio ad uncino in ferro per la merce. Questo manicotto ha una terminazione circolare su cui è incisa una spirale e riccioli traforati. Una maniglia in ferro battuto a mano, sagomata per scorrere lungo l'asta, determina lo spostamento del punto di sospensione della stadera.

La stadera a fulcro mobile Bismar fu probabilmente introdotta in molte parti di Europa e Asia dalle tribù nomadi ariane: infatti il suo uso è molto semplice ed è uno strumento di facile trasporto. La facilità con la quale si prestava anche a frodi intenzionali indusse il re inglese Edoardo III, fra 1351 e 1353, a bandirlo dal mercato per usi commerciali, sebbene rimase in uso in Gran Bretagna ancora nel XIX secolo per pesare lettere o monete. Il suo impiego in ambiti commerciali continuò invece in Scandinavia e in altri paesi fino al XX secolo.

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione, propri e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.