Pinacoteca Comunale di Faenza
Via S. Maria dell'Angelo, 9
Faenza (RA)
Drei Ercole
1886/ 1973
scultura

gesso/ scultura
cm. 36 (la) 47 (a) 24 (lu)
sec. XX (1910 - 1910)
n. 903
Salomè è accosciata ignuda accanto al corpo del Battista, ignudo pure lui, in ginocchio, e privo della testa e delle braccia.

Realizzata nel 1910 ed esposta nel 1914 a Roma in occasione della Seconda mostra internazionale della Secessione, la scultura manifesta l’attrazione esercitata dalla cultura simbolista e dal neomichelangiolismo, con particolare riferimento a Rodin, nella produzione di alcuni giovani artisti italiani attivi tra il primo e il secondo decennio del Novecento. L’opera di Drei si colloca con enfasi all’interno di questa ricerca, giungendo a esiti di raro pathos emotivo nella resa del sensuale corpo di Salomè che, come una voluttuosa mantide religiosa in una lettura dell’opera fatta da Franco Bertoni, «sembra quasi suggerire linfa vitale dal corpo mutilato del maschio e goderne come a seguito di un amplesso fisico». Compiacimento erotico di netta matrice rodiniana abbinato a una notevole capacità esecutiva, rintracciabili in un nucleo di opere dell’artista realizzate tra il 1910 e il 1915 caratterizzate dal fresco ricordo di «quelle pose fino ad allora mai osate in scultura, obbedienti non a leggi accademiche di composizione ma alla dittatura dei sensi, a richiami primari come quelli dell’eros e del dolore fisico».
Dopo gli anni della Prima Guerra Mondiale Drei non riprende più né espressioni di erotismo né lavori di impianto simbolista o con richiami all’art noveau di stile liberty. Il percorso dell’artista a partire dal 1919 si rivolge esclusivamente ad un’arte ancorata ai grandi valori della tradizione classica e classicista che lo caratterizza nei decenni successivi.

Il testo di questa opera è una selezione di parte della scheda di Gianluca Zanelli per il catalogo della Mostra Garibaldi il mito. Da Rodin a D’Annunzio: un monumento ai Mille per Quarto tenuta presso la Galleria d’Arte Moderna di Genova nel 2007-2008.