anni '30 del sec. XX
serviva a stringere i legacci di salici (sàlghi) attorno alle scope di saggina; questa attività veniva svolta nel periodo invernale
i rami di salici venivano prima divisi in tre con uno speciale pezzo di legno, intagliato in modo da formare ad una estremità tre taglienti strutturati come le linee mediane di un triangolo, poi fatti bollire e infine pelati; l'uomo si sedeva sulla panca, faceva un mannello di saggina e bloccava un legaccio azionando la morsa con l'apposito pedale; un estremo del legaccio era inserito nel centro del mannello, poi il mannello era fatto ruotare su sé stesso fino ad arrivare in prossimità della morsa, provocando l'avvolgimento del legaccio; allentando la morsa si rendeva disponibile un altro segmento per l'avvolgimento; la procedura si ripeteva fino all'esaurimento del legaccio; l'estremo rimasto veniva fatto passare con un ferro piatto trasversalmente sotto l'avvolgimento; questa procedura permetteva di legare un mannello. La scopa era fatta unendo tre mannelli, intorno un bastone e ripetendo la summenzionata procedura