Tutte le zone a neutro dei pannelli sono risolte con un impasto a base di cemento poi dipinto con una tinta molto scura, quasi nera. Il cemento è stato usato anche come malta consolidante e di fermatura fra tessera e tessera che ha alterato la cromia d'insieme.
Molte tessere, specialmente lungo i bordi, sono ricoperte da cemento e quasi tutta la superficie dei pannelli è ricoperta da uno strato spesso di deposito di sporco e cera alterata. Lo strato di patina scura, piuttosto spessa, riguarda in special modo i mosaici collocati alle pareti in corrispondenza delle scale.
•Esecuzione della operazione di pulitura dei tessellati nella tecnica sopra detta, completata da una accuratissima operazione di rimozione meccanica con bisturi e vibroincisori di stuccature cementizie e vecchie integrazioni alterate.
•Consolidamento dei difetti di adesione del tessellato dal sottofondo con iniezioni di resina acril33.
•Integrazione delle lacune dei tessellati con malta di calce aerea addizionata di polveri di marmo colorate, con l’aggiunta di una piccola percentuale di resina acril33; concordato con la DL che l’aspetto finale fosse finalizzato a conservare l’effetto estetico della esposizione ottocentesca. Tolte le vecchie stuccature lucide di colore nero, probabilmente applicate mezzo secolo dopo la prima presentazione, esse sono state sostituite con stuccature sempre di tono piuttosto scuro ma di aspetto opaco, non condotte sottolivello come abbiamo fatto per i mosaici della nuova ala romana dello stesso museo, ma portate pari alla superficie del tessellato come le aveva pensate il Chierici.
•Correzione di tono di alcuni campi delle integrazioni di malta con applicazioni di velature di colori ad acquerello
•Stesura di un leggero velo di cera minerale cosmoloid come protettivo, lucidata a mano con panno di lana.
•Manutenzione dei cartellini ottocenteschi in ottone e delle parti di cassaforma che restano in vista