Ospedale di Santa Maria delle Croci
Viale Randi, 5
Ravenna (RA)
Zauli Carlo
1926/ 2002
fontana
bronzo, cemento

sec. XX

"Carlo Zauli [...] sperimentò ed incardinò la sua ricerca artistica sulla «dialettica tra forma mentale (geometria o razionalismo) e ‘naturalità fisica’ » coniugando «organicità e razionalismo» in una formula oggi definibile naturalismo concettuale." (C. Collina, 2009, pp. 70-71)
Oltre al particolare modo di indirizzare la sua ricerca artistica, la peculiarità di Zauli è quella di modellare la materia non a un fine rappresentativo, ma per tirar fuori l'espressione latente nella materia stessa. Egli stesso ha spiegato come avviene questo processo artistico: "Qualche volta si possono individuare due momenti della mia opera: io parto dalle forme primarie e queste spesso sono geometriche, direi a volte addirittura spigolose, come il parallelepipedo o il cubo.
Queste forme però io le penetro con le mani, con la testa [...].
L'opera nasce dagli opposti, dai contrasti che portiamo anche dentro di noi, è lo specchio della nostra duplicità, della contrapposizione tra positivo e negativo, yin e yang." (C. Zauli in M. Zauli, 2004, pp. 38-39).
Per quanto riguarda invece la scelta della materia prima, Emiliani sottolinea come il materiale usato da Zauli (ovvero la ceramica) crei significati di “esplicita meraviglia naturale” e non “naturalistica” dal momento che il particolare modo di lavorare la ceramica è fortemente intinto nell'età industriale. Proprio a questo proposito anche Argan ha evidenziato la presenza di 'naturalità' all'interno delle opere di Zauli: “In Zauli il simbolismo della materia, a differenza che in Fontana, lascia avvertire “il richiamo palese ad una ‘naturalita’, ma intesa in termini positivi, recuperata proprio all’interno delle strutture, e direi proprio del principio struttivo che informa il lavoro dell’artista faentino. Una ‘naturalità’ che, s’intende bene, non è naturalismo, ma un equivalente visivo carico di rimandi culturali, ecco di assonanze linguistiche, e al tempo stesso denso d’implicazioni psicologiche. […]” (Emiliani A., Spadoni C., 1998)