Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, esterno (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, la sala teatrale (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, la sala teatrale (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, particolare del velario dipinto (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, particolare del velario dipinto (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, particolare del velario dipinto (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, particolare del velario dipinto (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, particolare del velario dipinto (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, particolare del velario dipinto (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, la sala teatrale (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, particolare dell'arcoscenico (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, particolare dell'arcoscenico (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, particolare dell'arcoscenico (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, la sala teatrale (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia, Teatro del Popolo, la scala di accesso alle gallerie (foto Andrea Scardova, IBC) 2010
Concordia sulla Secchia

Teatro del Popolo

Elementi caratterizzanti
Dati tecnici
pianta rettangolare con gallerie
500 posti
2000-2002
fonti archivistiche
Pubblicazioni e Cataloghi
Viaggio al centro della città. Uomini case e storia di Concordia, Mirandola 1987
Via della Pace 108
Concordia sulla Secchia (MO)

Fondazione: XX
Il Teatro del Popolo di Concordia fu inaugurato nel 1934 come Teatro del Littorio, assumendo l’attuale denominazione soltanto nel dopoguerra.
Consta di un edificio autonomo che nelle linee semplici ed essenziali del profilo e della facciata ne dichiara implicitamente le funzioni, richiamando altri edifici analoghi. Il prospetto di gusto neoclassico presenta al centro un vano porticato con sovrastante finestrone termale e timpano. Nell’atrio d’ingresso si trovano la biglietteria, il bar e si aprono le porte d’accesso all’ampia sala teatrale. Quest'ultima presenta pianta rettangolare ed è costituita da platea e due ordini di gallerie, con balconate a fascia continua, caratterizzate da una morbida curva a ferro di cavallo. L’arcoscenico è semplice, con andamento rettangolare, quasi privo di decori ad esclusione dello stemma di Concordia, il leone rampante su campo a bande orizzontali bianche e azzurre, posto al centro e dei due mascheroni plastici collocati anch'essi in alto sui due lati, simboleggianti la Tragedia e la Commedia.
Le tappezzerie (sipario e poltrone) sono in velluto rosso, le pareti sono tinteggiate in una particolare tonalità di rosa con lesene e balconate in beige, mentre una serie di colonnine in ghisa sorreggono il secondo ordine di galleria; su queste ultime sono poste delle appliques in cristallo abbinate al grande lampadario posto sul soffitto al centro della sala.
Scomparsi da tempo i mascheroni in rilievo che decoravano il fronte di una delle due balconate, resta il bel velario dipinto in stile Novecento. L'artista vi ha raffigurato otto eleganti e sensuali figure femminili, connotate da notevole plasticità ed espressività cromatica, racchiuse in altrettante specchiature mistilinee che richiamano modelli compositivi ottocenteschi. Sei rappresentano le classiche Muse tratte dalla mitologia antica, sono riconoscibili Melpomene, colei che canta la Tragedia, Talia che rappresenta la Commedia e Tersicore, colei che si diletta nella Danza, mentre due figure sono dedicate alle moderne Arti del Cinema e della Radio, due medaglioni con putti danzanti completano l’insieme. La firma ‘A. Salvarani’ posta a margine di uno dei due tondi lascia supporre che l’autore sia Arcangelo Salvarani. Carpigiano di nascita, Salvarani rappresenta una tra le personalità più interessanti dell’arte modenese di quel periodo, dedito soprattutto alla tecnica dell’acquerello, appresa nel corso di un soggiorno in Polonia e Ucraina, l’artista fu docente di Decorazione pittorica murale presso l’Istituto d’Arte ‘Venturi’ di Modena. Nella documentazione d’archivio (Carteggio e gestione 1929 – 1935) si conserva il contratto – convenzione tra il Podestà di Concordia e i Professori di Modena Zoboli e Salvarani per i lavori di decorazione da eseguirsi in teatro.
Di proprietà del Comune, il teatro è stato gestito da privati fin dalla sua fondazione e per diversi anni, ospitando spettacoli di genere diverso, tra cui il varietà e le proiezioni cinematografiche. Negli anni Ottanta si è provveduto ad un primo intervento di restauro e riqualificazione, quindi tra il 2000 e il 2002 si è realizzato l’adeguamento della struttura sotto il profilo impiantistico, completando i lavori con le necessarie dotazioni tecnologiche. Dopo la riapertura ha ospitato articolate stagioni teatrali che comprendevano anche teatro ragazzi e spettacoli teatrali di compagnie locali. (Lidia Bortolotti)
Il teatro è stato danneggiato dal terremoto del maggio 2012. In corso l'intervento di restauro e miglioramento sismico.





Concordia’s Teatro del Popolo was inaugurated in 1934 under the name Teatro del Littorio, and only acquired its current name after World War II.
It is located in its own building, whose simple, essential profile and façade recall other theatres, thus implicitly declaring its function. The neo-classical façade has a porticoed doorway surmounted by a large window and a tympanum leading to the entrance hall, where the café and ticket office are located. From the entrance hall, doors open onto the wide theatre hall. This rectangular hall has a main floor and two orders of horseshoe-shaped galleries, with continuous balconies. The proscenium arch is simple, rectangular in shape, and almost free of decorations apart from the Concordia coat of arms – a rampant lion set against white and blue horizontal bands – located at the centre of the proscenium arch, and two large masks, depicting Tragedy and Comedy, located at the arch’s upper extremities.
Drapes (stage curtains and seats) are in red velvet, the walls are painted a shade of pink, while pillars and balconies are painted beige. A series of small cast-iron columns support the second order of galleries; the latter features crystal appliqués matching the large chandelier hanging from the ceiling in the centre of the hall.
The relief masks that decorated the front of one of the balconies are long gone, but the beautiful velarium, painted in twentieth century style, remains. It features eight elegant, sensual female figures, characterized by a remarkable degree of plasticity and chromatic expressiveness, enclosed in eight mixtilinear frames recalling nineteenth century composition models. Six of them depict the classical Muses of ancient mythology, including Melpomene, the muse of Tragedy, Thalia who represents Comedy, and Terpsichore, she who delights in Dance, while two other figures depict the modern arts of cinema and radio, and two medallions with dancing cherubs complete the decorations. The signature ‘A. Salvarani’ next to one of the two paintings identifies the artist as Arcangelo Salvarani. Born in Carpi, Salvarani was one of the most interesting Modenese artists of his time. He concentrated on watercolour painting, which he learned during a sojourn in Poland and the Ukraine, and taught mural decorative painting at Modena’s Venturi Art Institute.
The theatre is owned by the municipality, but has been under private management for many years. It has hosted many different types of performances, including variété and film screenings. It underwent an initial restoration effort in the 1980s, while the electrical and other systems were renewed between 2000 and 2002 with the necessary technological additions. Currently, it hosts an important theatre season, including theatre for kids and performances by local theatre troupes.
(Lidia Bortolotti)

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