Palazzo Magnani
Corso Garibaldi, 29
Reggio Emilia (RE)
Gandini Gino
1912/ 2002
dipinto
tela/ pittura a olio

sec. XX

Gandini è allievo di Giorgio Morandi a Bologna e risente anche dell’influenza pittorica di Virgilio Guidi. Il segno delle sue opere "è nitido, essenziale, spoglio di qualsiasi retorica illustrativa”. (Cavazzini G. in Squarza N., 1979, p. 13)
La sua pittura è "depurata dalle epidermiche tentazioni illustrative, [imbastendo un] discorso d’immagine conteso tra linguaggio e invenzione, sintesi di fantasia e di esistenza” (op. cit., pp. 14-15)
“Opera una graduale depurazione degli elementi descrittivi per affidare la sua voce ai registri di tonalità sommesse, di epidermidi sfumate verso la spazialità illesa dell’immagine. E’ un filtro lirico che si frappone tra la scontata evidenza illustrativa del paesaggio e la risonanza interiore dell’artista […] è un sentire per via di memoria, d’impronta sfumata, di sottili ombre evocative [con] la decantazione interiore la pittura di Gandini acquista una sua verità narrativa, una sua durata poetica […] ogni stagione si avvolge di una sua tonalità, che è una tonalità psicologica, un risvolto di pensieri trattenuti a tempo lungo e infine svelati nella parvenza allusiva di un colore.” (op. cit., p.16)
Il colore chiaro è una dominante del lavoro di Gandini [...], così come lo è "il carattere di evocazione e di memoria che distingue le sue immagini di una realtà naturale restituita sul filo di un tenue viaggio mentale. E insieme al colore, la luce. Una luce che rade e inonda la sostanza labile del paesaggio, che avvolge i silenzi di una natura acquietata. La lezione di Guidi è certo alle origini di questa ricerca sulla luce che Gandini conduce con ferma e silenziosa coerenza.” (op. cit., p.17)