MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Via Don Giovanni Minzoni, 14
Bologna (BO)
Morlotti Ennio
1910/ 1992
dipinto
tela/ pittura a olio
cm 110 (la) 120 (a)
sec. XX (1956 - 1956)
n. 28251

Ennio Morlotti (Lecco, 1910 – Milano, 1992) nel 1917 entra nel collegio Paolo Angelo Ballerini di Seregno dove rimarrà fino al 1922. Dal 1923, per mantenersi, concilia lavoro e apprendistato artistico. Dapprima lavora come contabile presso un oleificio, in seguito sarà impiegato in un colorificio e poi in una fabbrica meccanica. Nel frattempo studia arte antica nelle chiese e nei musei ed inizia ad interessarsi all’arte contemporanea. Nel 1936, dopo aver conseguito la maturità artistica da privatista presso l’Accademia di Brera, lascia il lavoro e si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Felice Carena. Nel 1937 soggiorna per un breve periodo a Parigi dove poté entrare in contatto con i grandi protagonisti dell'arte Europea, da Cézanne al Fauvismo all'Espressionismo di Soutine e di Rouault. All'Exposition Universelle de Paris vide l'opera di Picasso "Guernica" rimanendone fortemente impressionato. Al suo ritorno in Italia si trasferì a Milano e si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Brera. Di quegli anni sono le prime opere. Nel 1939 entrò a far parte del gruppo dei pittori di Corrente con Ernesto Treccani, Renato Guttuso, Renato Birolli e Bruno Cassinari rivelandosi ben presto il più estremista del gruppo. Dopo un secondo soggiorno a Parigi nel 1947, partecipò al Fronte nuovo delle arti, e dopo la scissione, aderì con Birolli e Cassinari al Gruppo degli Otto di Lionello Venturi. E' poi subito dopo la XXIV Biennale di Venezia (1948), dove espose assieme a tutti gli artisti del Fronte Nuovo delle Arti, che si definì la posizione di Morlotti, il quale assieme a Birolli si staccò dai componenti "realisti" del gruppo.
E' proprio negli anni '50 che produsse alcune tra le opere capitali dell'arte informale, non solo italiana, ma anche europea, sicuramente collegate all'esperienza sublime di autori quali Wols, Fautrier, De Stael, ma anche Pollock e De Kooning.
La Biennale ospitò numerose volte le sue opere, nel 1950, nel 1952 assieme al Gruppo degli Otto, nel 1954 con una sala presentata da Giovanni Testori (distruggendo le opere esposte subito dopo), nel 1962 vincendo il premio (ex equo con Capogrossi) riservato ad un artista italiano, nel 1964 all'interno della sezione "Arte d'oggi nei musei", nel 1972 con una sala personale, nel 1988 con un'altra personale nel padiglione dedicato all'Italia e nella sezione dedicata alla rassegna "Il Fronte nuovo delle Arti alla Biennale del 1948".
Nel 1986 e nel 1992 viene invitato alla Quadriennale Nazionale d'Arte a Roma.
Le più importanti personali dell'ultimo decennio sono quelle del 1987 a Locarno a Milano, e del 1994 a Ferrara, organizzata dopo la sua morte, avvenuta il 15 dicembre 1992 a Milano.