MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Via Don Giovanni Minzoni, 14
Bologna (BO)
Colombo Gianni
1937/ 1993
installazione
legno/ intaglio

sec. XX (1984 - 1984)
n. 1874

Gianni Colombo nasce a Milano l'1 gennaio 1937. Appartiene ad una famiglia di imprenditori milanese: il padre, Giuseppe Colombo, eredita un'azienda industriale di passamaneria trasformandola in una fabbrica di conduttori elettrici. La madre, Tina Benevolo, suona pianoforte, strumento studiato anche dal figlio, attraverso l'insegnamento del compositore Lucio Lattuada. Il fratello Cesare, noto con il nome d'arte Joe, è entrato nella storia del design italiano come uno dei progettisti più creativi e sperimentali degli anni Sessanta. Studia all'Accademia di Belle Arti di Brera, frequentando i corsi di pittura tenuti da Achille Funi e Pompeo Borra, e lavorando prima in uno studio, in via Montegrappa a Milano, con Davide Boriani e Gabrile De Vecchi , poi in uno adiacente a quello del fratello Joe (dal 1958 in via Foppa, in un locale dello stabilimento del padre; dal 1961 al 1965 in viale Piave e dal 1965 al 1968 in via Argelati). In questi anni espone regolarmente lavori in ceramica al Concorso Nazionale della ceramica di Faenza e alla Mostra nazionale della ceramica di Gubbio. Esordisce anche con opere astratte, sperimentando materiali e linguaggi diversi, dalla ceramica alla grafica, dalla fotografia al cinema, realizzando, per influenza della lezione di Lucio Fontana, opere polimateriche e rilievi monocromi in ovatta che, nel 1959, espone alla galleria Azimut di Milano, galleria alla cui realizzazione collabora con Piero Manzoni, Enrico Castellani, Giovanni Anceschi, Davide Boriani e Gabriele De Vecchi. Sempre in quell'anno, a Milano, Gianni Colombo fonda con Giovanni Anceschi, Davide Boriani e Gabriele De Vecchi il Gruppo T (nel quale entrerà, dall'anno successivo, anche Grazia Varisco), le cui manifestazioni collettive e personali prenderanno il titolo di Miriorama (mille immagini), numerate progressivamente per sottolineare la continuità di un programma comune che orienterà per diversi anni il lavoro del gruppo, recuperando temi delle avanguardie storiche (in particolare di futuristi, dadaisti e costruttivisti), rielaborati in funzione delle sperimentazioni e delle ricerche artistiche più recenti: lo Spazialismo di Lucio Fontana e i suoi Ambienti, le Macchine inutili di Munari e Tinguely, le Linee e gli Achromes di Manzoni. Il fine del gruppo è quello di abolire ogni frontiera statica tra pittura, scultura e architettura. Il 1960 È anno a cui risale la prima mostra collettiva, Miriorama, che comprende lavori, volutamente non firmati dagli artisti, rivolti allo studio della tematica spazio-tempo nell'opera d'arte. Nei mesi successivi si susseguono, sempre alla Galleria Pater di Milano, altre quattro manifestazioni Miriorama dedicate ai singoli componenti del gruppo: il 9 febbraio 1960, con Miriorama 4, si ha la prima mostra personale di Gianni Colombo, mostra in cui espone le sue prime opere cinetiche: le Superfici in variazione ed i Rilievi intermutabili, la cui novità è rappresentata dall'intervento diretto dello spettatore per essere attivate, e le prime superfici a ripartizione omogenea con movimenti ritmici ad animazione elettromeccanica (Strutturazione pulsante), che sottolineano l'interesse per lo spazio architettonico e per i suoi elementi costruttivi primari. Le esposizioni collettive del gruppo continuano con le in successive edizioni di Miriorama, in cui gli artisti sperimentano oggetti che funzionano meccanicamente, come Rotoplastik, esposto da Colombo in Miriorama 8, nel dicembre del 1960. La volontà di superare la concezione tradizionale di opera d'arte porta Gianni Colombo a sperimentare nuove strutture percettive attraverso giochi di luce, realizzando opere mediante plexiglass (Crono-cromo-strutture), proiezioni di luce su specchi posti in vibrazione (Sismostrutture), forme e movimenti virtuali apparenti, con strutture a movimento rapido (Strutturazione acentrica, Roto-optic), immagini postume prodotte da flashes ritmici attraverso schermi perforati rotanti (After-structures, After-points). A partire da questo anno svolge studi di relazioni successive tra forme geometriche (tavole di grafica programmata) e inizia la produzione in serie di Rotoplastick e di Strutturazione fluida, utilizzando tecniche industriali. Nello stesso anno, i componenti del Gruppo T partecipano, a titolo individuale, all'organizzazione dell'esposizione Arte programmata, una mostra itinerante organizzata da Bruno Munari e presentata tra il 1962 e il 1965 nei Negozi Olivetti di Milano, Roma, Venezia, poi in gallerie e musei a Londra, in Giappone, in Germania e in varie città degli Stati Uniti. I componenti del Gruppo T partecipano, ancora a titolo individuale, all'organizzazione del movimento internazionale Nouvelle Tendance ed alle successive esposizioni del movimento. Nel 1963 Gianni Colombo è invitato, con tutti gli artisti cinetico-programmati, alla IV Biennale di San Marino, Oltre l'informale. Per il progetto della lampada Acrilica, disegnata nel 1962 per O-Luce, Gianni Colombo ottiene insieme al fratello Joe la Medaglia d'oro per il design alla XIII Triennale di Milano. Con il fratello collabora anche alla realizzazione di alcuni allestimenti fieristici, tra cui Eurodomus 1 a Genova. AI XIV Convegno internazionale artisti e critici d'arte di Rimini, Gianni Colombo riceve la medaglia d'oro. Nel 1964 Gianni Colombo partecipa all'ultima mostra collettiva del Gruppo T, Miriorama 14, allo Studio F di Ulm. Da questo momento il campo d'azione estetica privilegiato da Gianni Colombo diventa lo spazio ambientale, progettato come luogo di attiva sollecitazione di eventi percettivi, sensoriali e comportamentali, che coinvolgono direttamente gli spettatori. Colombo crea degli ambienti abitabili e praticabili che, progressivamente, da spazi neutri e "astratti" (dove il pubblico è immerso in eventi cinetici di natura luminosa), diventano sempre più spazi legati a una progettazione architettonica. Nel 1964, a Parigi, al Musée des Arts Décoratifs del Louvre, in occasione dell'esposizione Nouvelle Tendance, Gianni Colombo realizza il suo primo ambiente abitabile, Strutturazione cinevisuale abitabile. L'artista riceve inoltre l'incarico di realizzare una Superficie pulsante di ben 25 metri quadrati per l'ingresso dell'esposizione. Nel 1966 Alla Galleria dell'Obelisco di Roma, Gianni Colombo presenta After Structures (ideate nel 1964) e After Points: immagini postume prodotte nella retina da flash di colori primari e composti, temporizzati, collocati dietro schermi perforati rotanti. Il 1967 è l'anno della consacrazione ufficiale in Italia e in Europa del tema "ambiente spaziale". A Graz (Trigon '67) viene allestita una mostra di ambienti, mentre a Foligno si svolge una mostra che è forse tra le più celebri in questo periodo, Lo spazio dell'immagine. Sempre nel 1967, presenta per la prima volta l'ambiente Spazio elastico, progettato nel 1966 e realizzato per Trigon '67 a Graz. Lo Spazio elastico è l'ambiente più noto tra quelli realizzati da Colombo, rappresentando l'esito più alto della fase cinevisuale: è un ambiente che palpita, coinvolgendo lo spettatore con tracciati immaginativi che vengono percepiti diversamente da persona a persona. Alla XXXVI Biennale di Venezia del 1968, l'ambiente Spazio elastico vince il Primo Premio per la pittura. Lo stesso lavoro è presentato a Documenta 4 a Kassel, insieme a Topoestesia-Tre zone contigue (1965). Nel 1967 Collabora con Vincenzo Agnetti, con il quale realizza l'ambiente Campo praticabile allo Studio Marconi di Milano. Insieme a Livio Castiglioni dirige il film per Total Furnishing Unit, un lavoro presentato dal fratello Joe alla mostra Italy-The New Domestic Landscape presso il Museum of Modem Art di New York. Nel 1975
progetta e realizza l'ambiente Bariestesia, che presenta allo Studio Marconi di Milano. Nel 1976 espone a Europa-America - L'astrazione determinata (Bologna, Galleria Comunale d'Arte Moderna) e alle Biennali di Venezia e Sydney. Tiene inoltre delle mostre personali alla Kunsthalle di Baden-Baden e a quella di Kiel. Nel1978 realizza l'ambiente Topoestesia-Pilastri, che presenta alla mostra I nodi della rappresentazione a Ravenna. Sempre in quest'anno Colombo viene incaricato dalla città di Como della progettazione di un complesso monumentale dedicato al tema della Resistenza europea: impiegherà sei anni a realizzare quest'opera. Nel 1981 vince il concorso Kunst am Bau a Berlino per la realizzazione di una costruzione monumentale nella città (progetto che non verrà eseguito). Nel 1984 tiene una mostra personale al Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano dove presenta l'ambiente Architettura cacogoniometrica-colonne. Lo stesso ambiente è riproposto alla Biennale di Venezia. Nel 1987 inizia a collaborare con la FIAM, per conto della quale realizza alcuni allestimenti presso la Galleria Schubert di Milano, la Intemationale Mobelmesse di Colonia (1989) e lo Show Room Gherardini di Milano (1992). Nel 1988 Gianni Colombo realizza l'ambiente Spazio curvo, costruito con tubi di plastica e motori elettrici, presentato alla mostra Installazioni di Villa Borzino a Busalla (Genova) e, l'anno successivo, alla Galleria Turchetto/Plurima di Milano. Nel 1992 nel suggestivo spazio della Galerie Hoffmann a Friedberg, presenta il suo ultimo lavoro ambientale, Spazio diagoniometrico, realizzato con grandi coni di carta fotografica alti circa tre metri mossi da motori elettrici. Muore improvvisamente il 3 febbraio 1993 all'ospedale di Melzo.