MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Via Don Giovanni Minzoni, 14
Bologna (BO)
installazione
metallo, legno, forex/ stampa diretta
cm 220 (la)
sec. XXI (2008 - 2008)
n. 4139
L'opera è costituita da un tavolo disposto a trasformarsi in palcoscenico. Presenta fondale fotografico, un monte di pietre destinato a fare da fondo stradale. È l’idea di costruire un teatro come paesaggio infinito. Chiuso, il tavolo ostenta una struttura geometrica in cui la dimensione delle gambe e la loro distanza corrispondono al tempo e al valore delle note della partitura del brano musicale che dà il titolo all’opera: un pezzo di John Coltrane, un musicista di cui all’artista interessa l’aspetto processuale e sperimentale. È un bassorilievo, uno “stiacciato” come si direbbe per il toscano Donatello, ma è anche un tavolo musicale dove si tengono concerti. Il palco sostiene l’evento musicale, come il pavimento è l’analogia architettonica della terra, supporto originario dell’uomo, come il pavimento viene calpestato.



"Le opere di Massimo Bartolini vivono in stretto legame con il luogo che le ospita. L'artista interviene sullo spazio in maniera del tutto antimonumentale (sia esso chiuso e privato o aperto e pubblico), lo modifica, lo interpreta, lo definisce. Sono ambienti rialzati, ammorbiditi, smussati. Bartolini annulla le coordinate spazio-temporali, ri-guarda e partecipa con tocco leggero, ironico e con un linguaggio efficace, lucido, altamente comunicativo e ricco di significato. I suoi lavori coinvolgono lo spettatore che, chiamato a partecipare in maniera attiva, sperimenta la necessità di una diversa percezione, di un rigenerato e poetico punto di vista, di una nuova sensibilità davanti alle cose. Ecco che nell'interpretazione dello spettatore, divenuto attore, l'oggetto può rivelare una ignorata spiritualità e un senso indefinito di straniamento e di alterità: un davanzale pieno di fiori in un bosco, una stanza rialzata che inghiotte gli oggetti che la abitano, un albero che invade dall'esterno con i suoi rami la sterile intimità di una stanza.
All'interno di uno spazio fisico, che è anche e soprattutto uno spazio mentale, come a ricreare frammenti di città invisibili, Bartolini esplora territori inusitati, lasciando dietro di sé un segno leggerissimo, quasi inavvertibile.
Bartolini ha esposto in Italia e all'estero. Ha partecipato alla Biennale veneziana del 1999 e a numerose delle maggiori manifestazioni internazionali, tra cui Manifesta 4 (Francoforte, 2002). Ha inoltre esposto al P.S.1 di New York (2001), al Witte de With di Rotterdam, al Museu Serralves di Porto, all'Accademia di Francia di Villa Medici (Roma, 2000), al Centro De Appel di Amsterdam (1998), alla British School di Roma (1997) e al Konstmuseum di Malmö (1995)."
http://www.tusciaelecta.it/itabartolini.htm

Circa l'opera in esame: cfr. Laura Cherubini, op. cit. in BIB.